Furlani: «Per questa vittoria mi sono ispirato a Marcell Jacobs. Lo ritengo un campione vero» (Messaggero)
«Il giorno della gara è iniziato con un pensiero strano sull’orario di inizio della gara: le 20.49. E si entrava in pedana alle 20.39. Una cosa simpatica che mi ha fatto sorridere».

Italy's athlete Mattia Furlani competes in the men's long jump final during the World Athletics Championships in Tokyo on September 17, 2025. (Photo by Kirill KUDRYAVTSEV / AFP)
Il Messaggero intervista oggi Mattia Furlani che ha vinto la medaglia d’oro ai Mondiali di atletica di Tokyo nel salto in lungo con nuovo record personale di 8.39.
Com’è iniziata la sua giornata trionfale?
«Con un pensiero strano sull’orario di inizio della gara, un po’ particolare: le 20.49. E si entrava in pedana alle 20.39. Una cosa simpatica che mi ha fatto sorridere».
Quali altre sensazioni ha provato? «Ho provato tantissime emozioni, anche un po’ di paura. Certo non la stessa che avevo durante le qualificazioni di Budapest 2023, dove fui eliminato. Ma la mia paura più grande era uscire di qui senza aver dato il massimo. Sapevo di poter ottenere un risultato incredibile e in caso contrario ci sarei rimasto veramente tanto male»
A un certo punto era settimo dopo tre salti. Come ha gestito quel momento difficile? «Con la calma e la pazienza. Perché con la foga non si ottiene nulla in contesti così delicati. Bisogna rimanere concentrati e non creare disordine nelle cose. Il disordine poi non porta a nulla».
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A chi si è ispirato per questa vittoria? «Io mi ispiro a tanti, ma per questa gara dico Marcell Jacobs. Ho un sacco di rispetto per lui. Lo ritengo un campione vero».
Sente di aver raccolto il testimone da Jacobs e Tamberi? «Eh, per me sarebbe un onore. Insomma, più o meno sì, più o meno no. Spero che sia una medaglia che mi possa paragonare a loro. Loro mi hanno ispirato tanto. Quando ho visto col fuso orario le loro imprese nell’estate del 2021 pensai: magari un giorno ci gareggerò anche io in quello stadio e vincerò a un mondiale».