Giovani come Yamal vengono assunti a modelli di riferimento sociali con troppa superficialità (Süddeutsche)
"Trapattoni una volta disse che il calcio non è solo Din, ma anche Don e Dan. Non solo 22 giocatori ma anche responsabilità, gestione della fama. Ad oggi forse mancano i valori di riferimento"

Mg Monaco di Baviera Germania) 09/07/2024 - Euro 2024 / Spagna-Francia / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Lamine Yamal
Come riporta la Süddeutsche Zeitung, i giovani talenti del calcio moderno come Yamal sono spesso osannati come modelli da seguire, ma basterebbe guardare un po’ più da vicino per capire che il copione è ben diverso. Tra guadagni da capogiro, comportamenti da starlette e qualche boutade fuori luogo, il calcio giovanile somiglia sempre meno a una palestra di valori e sempre più a un reality show con troppe telecamere e pochi veri esempi. E mentre i protagonisti brillano (o bruciano) sotto i riflettori, a volte sembra che il vero insegnamento sia: impara a sopravvivere allo spettacolo.
Giocatori come Yamal non sono modelli di riferimento per i giovani (Suddeutsche)
Scrive così il quotidiano tedesco:
“Giovanni Trapattoni, ex allenatore di calcio con un invidiabile dono per la sintesi, una volta disse: «Il calcio è Din, Don, Dan. Non esiste solo Din». Lamine Yamal, il prodigio del calcio spagnolo che ha appena compiuto 18 anni, potrebbe interpretare questa saggezza in questo modo: il calcio non è solo 22 giocatori, due gol e un pallone.
Il calcio è anche tutto ciò che lo accompagna: fama e fortuna, opportunità apparentemente illimitate, le fantasie a volte forse un po’ immature di un diciottenne […] forse Trapattoni non si riferiva solo alla complessità delle sue tattiche di allora, ma intendeva qualcosa di più. Correttezza, rispetto, senso di responsabilità, per esempio: ecco un altro modo di interpretare la battuta. E non c’era forse qualcosa nello sport come mezzo di trasmissione di valori? […] Oltre a Yamal, c’è anche quella di Florian Neuhaus del Gladbach, che di recente ha preso in giro l’allenatore del suo club, Ballermann: ha contato sulle dita i quattro milioni che riceveva annualmente.
Sotto la superficie, oltre a queste storie di gossip che catturano l’attenzione, di settimana in settimana emergono resoconti più inquietanti: resoconti da campi sportivi giovanili e amatoriali in tutto il Paese, resoconti di aggressioni dirette ad arbitri e avversari, di violenza insensata. Argomenti completamente diversi, certo, ma che toccano la stessa domanda. Per dirla senza mezzi termini: il calcio sta perdendo sempre più la sua influenza positiva sullo sviluppo personale dei giovani? […]
Veri modelli di riferimento, quindi. Mancano forse nella nostra società? Soprattutto in uno sport plasmato dagli Infantino di questo mondo? Poiché sono straordinariamente bravi a calciare, e poiché quasi nessun altro settore attira così tanti soldi e attenzione, i giovani calciatori professionisti vengono ancora e ripetutamente dichiarati modelli di riferimento con superficialità. E questo nonostante il fatto che giorno dopo giorno, nelle loro bolle di autopromozione sociale, dimostrino con veemenza quanto siano inadatti alla stragrande maggioranza di tali ruoli.
[…] Un’ultima buona notizia: chiunque sia preoccupato che nel mondo del calcio odierno, come il presidente della Fifa Gianni Infantino, troppi personaggi discutibili diano il cattivo esempio, può tirare un sospiro di sollievo. Quando Karim Adeyemi del Dortmund è stato avvicinato da un giornalista durante il Mondiale per Club negli Stati Uniti, orchestrato da Infantino, dicendogli che sia Infantino che Jd Vance erano allo stadio, il giovane calciatore si è limitato a ridere. Ha aggiunto di non sapere nemmeno chi fossero quegli uomini, purtroppo.”