Quanta tristezza che mette l’annaspare della Juventus sul mercato, è ormai un peso per la famiglia Agnelli

Ogni operazione di mercato è preceduta da un Se. È tutto ipotetico. È tutto un arrancare. la Juventus è una della tante vecchie categorie che sono state demolite

Juventus

US President Donald Trump (C), flanked by FIFA President Gianni Infantino (L) and Chairperson of Ferrari John Elkann, is presented with jerseys as he makes remarks in the Oval Office of the White House during a visit by members of Italian soccer club Juventus in Washington, DC, on June 18, 2025. Juventus will play Emirati club Al-Ain in the 2025 FIFA Club World Cup at Washington's Audi Field later in the day. Doug Mills / POOL / AFP

Non so se esista una Madonna della Juventus, ma sarebbe ora che qualcuno la pregasse e che piangesse lacrime bianconere. Capisco che ci si debba adeguare al momento particolarmente sfigato e che il calcio vada sincronizzato ai tempi complessivamente di merda che stiamo vivendo. Anche il calcio infatti segue l’arrancare dell’Italia e le nostre vecchie categorie sono state da tempo demolite, ma l’annaspare della Juventus nel mare già fin troppo piatto del calciomercato inquieta, rimescola le carte, confonde, sciaborda le budella. E impone preghiere sentite da parte degli juventini la cui fede si va indebolendo.

Non riesco ad adattarmi, per consuetudine, tradizione e storia, alle dimesse condizioni esistenziali ormai patologiche di una Juventus che vive alla giornata: la lentezza esaperante del suo stare nel calcio con le stesse reazioni di un bradipo e quel “SE” di fondo che precede sempre qualsiasi cosa debba succedere. Come precondizione, come attesa di qualcosa che di fatto non dipende da te, come incapacità di scavalcarlo e di evitarlo.

La lentezza è quella di una Juventus che è ancora sostanzialmente rimasta uguale a se stessa, incapace di cambiare, di imporsi nemmeno una rivoluzione, ma almeno un indirizzo preciso. Non so, ma David mi sembra la fotocopia degli attaccanti che lo hanno preceduto e non ci vedo dentro la rogna di un Vieri o un Bettega. Ma che cosa può farsene la Juventus di David se già nulla hanno cambiato quelli prima di lui e che a lui somigliavano?

Mentre il “SE” sono tutti quei lacci da scarpe in cui si inciampa o che addirittura legano i polsi. E cioè SE Conte arrivi o piuttosto non si debba lasciare Tudor sulla panchina, SE non si sa prima cosa faccia e dove vada Vlahovic, oppure SE Conceição resti o meno, SE Osimhen possa limare le proprie pretese pur di giocare la prossima stagione in Italia, SE Comolli e Modesto, i due francesi con cognome italiano, i nuovi Otto & Barnelli del nostro football, sapranno sfondare questa cappa di depressione e poraccitudine che da decenni non si vedeva così contagiante, preoccupante e infestante come la gramigna.

Lo stesso fatto che la maggior parte del tempo trascorso dalla fine della stagione a oggi sia stata impiegata per Comolli e Modesto a me pare il segno dell’ inesorabile scivolare della Juventus verso il basso. Il calciomercato fatto sui dirigenti la trovo una contraddizione in termini, bravi o meno che siano comunque è gente che non farà mai gol.

È una questione di soldi, certo, ma è anche e soprattutto una questione di polso, di volontà, di strategia politica, di visione. Basterebbe volere una Juventus diversa, migliore e più forte e tutto sarebbe possibile, perché la Juventus è sulle spalle di Elkann e della famiglia Agnelli e non di uno sfigato qualsiasi.

La situazione così imbarazzante mi fa ovviamente pensare a come sia cambiato il rapporto tra la stessa famiglia Agnelli e la Juventus, oggi non più così gioiello e orgoglio di famiglia. Ma piuttosto un peso. E ovviamente non è buon segno, forse addirittura un presentimento.

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