Damascelli: all’Aston Villa stanno ancora sghignazzando e contando i 50 milioni della Juventus per Douglas Luiz
Al Giornale: i calciatori sempre più nelle mani dei procuratori che hanno rovinato il calcio. La sola Serie A, l’anno scorso, ha pagato 226 milioni di “consulenze”

Db Venezia 25/05/2025 - campionato di calcio serie A / Venezia-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Cristiano Giuntoli
Damascelli: all’Aston Villa stanno ancora sghignazzando e contando i 50 milioni della Juventus per Douglas Luiz
Nel calcio moderno, la disciplina e il rispetto delle regole sembrano diventati concetti superati, sacrificati sull’altare degli interessi personali. La professionalità è ormai un’eccezione in un sistema corrotto e avvelenato, dove a dettare legge non sono più club o allenatori, ma procuratori famelici. Questi ultimi, spesso spalleggiati da dirigenti compiacenti, alimentano un mercato drogato da commissioni occulte, ricatti contrattuali e manovre torbide. Un mondo parallelo fatto di mazzette e affari inconfessabili, dove il denaro muove tutto, tranne la passione per il gioco.
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Ecco come i procuratori opportunisti stanno rovinando il calcio (Damascelli)
Questa è la denuncia firmata da Tony Damascelli su Il Giornale: un attacco al potere dilagante dei procuratori nel calcio moderno, accusati di aver trasformato lo sport in una giungla di interessi, mazzette e “commissioni”, col sostegno silenzioso dei dirigenti. Riporta esempi concreti e affonda alle radici del problema, smascherando un sistema corrotto e fuori controllo:
“Il certificato medico di Koopmeiners a Bergamo, quello di Osimhen che disertava il ritiro del Napoli, le paturnie di Lookman spalmate in due estati, altri casi di malasanità, Perisic e il mal di denti improvviso, Bernardeschi depresso a Firenze, Niang avvilito a Milanello. Per ultimo Douglas Luiz che non si è presentato al raduno della Juventus anche se in verità raramente si era presentato alle partite della squadra bianconera, nonostante i 5 milioni di salario e i cinquanta versati generosamente dal club agli inglesi dell’Aston Villa che, sghignazzando, stanno ancora contando i soldi.
Nessuno pensi che la colpa sia esclusiva dei calciatori, questi sono semplici oggetti, e non più soggetti, dei loro procuratori, una stirpe che ha rovinato il calcio come già aveva previsto Vujadin Boskov e che altri veri uomini di football ripetono. Douglas Luiz ha eseguito gli ordini della scuderia, spera di andare allo scontro e di filarsela altrove, come Vlahovic e altri sodali di serie A, intanto la Juventus ha multato e messo fuori rosa il brasiliano, ripristinando abitudini scomparse negli ultimi anni, durante i quali l’amichettismo di Andrea Agnelli prevaleva sul rigore aziendale dei tempi migliori, vissuti e imposti da suo padre e suo zio, quando la Juventus aveva più di dieci comandamenti”.
Il sistema è sfuggito di mano a chi dovrebbe governarlo
Questa la conclusione di Damascelli: “La sola Serie A, l’anno scorso, ha pagato 226 milioni di “consulenze”, negli ultimi dieci anni la cifra ha superato il miliardo e mezzo, a conferma di come il calcio viva sotto schiaffo di due componenti: appunto i procuratori e poi gli arbitri, attori determinanti non soltanto del gioco ma delle regole scritte da loro medesimi senza interpellare e coinvolgere calciatori e allenatori. Non c’è soluzione, la legge Bosman è stata una conquista sindacale dei calciatori ma una sconfitta finanziaria dei club, i procuratori hanno preso in mano il giocattolo diventato carissimo. Fossi un capo di governo proverei ad inserirli in organico nei dicasteri economia e tesoro”.