«Se sono stato il miglior Spalletti? Ho tentato di farlo ma non ci sono riuscito»
A Sky Sport: «Poi non sono stato fortunato negli episodi, contro il Belgio vincevamo 2-0 e abbiamo pareggiato, l’espulsione…gli infortuni capitati tutti insieme e nello stesso ruolo»

Gelsenkirchen (Germania) 20/06/2024 - Euro 2024 / Spagna-Italia / foto Image Sport nella foto: Luciano Spalletti
«Se sono stato il miglior Spalletti? Ho tentato di farlo ma non ci sono riuscito»
Nel pre partita di Italia-Moldavia, ha parlato a Sky Sport Luciano Spalletti, all’ultima gara da Ct:
«La riunione tecnica è stata bellissima, la dovevo fare perfetta. C’è un po’ di dispiacere nel lasciarsi, è venuta molto profonda e c’è stato del cuore dentro. Cosa ho chiesto ai ragazzi? Di farmi uscire con una vittoria, può essere stimolante che mi vogliano fare questo regalo. L’atmosfera era normalissima, di un ambiente e di un gruppo dove ci si trova bene a stare insieme e si fanno le cose con più dispiacere senza essere menefreghisti, ci si racconta la verità, si ha chiarezza. Si è avuto un rapporto intenso e si arriva al momento che va detto quello che abbiamo detto».
«La gente è stata contenta, hanno apprezzato quel che è successo e che io non sia più l’allenatore dell’Italia perché non ho fatto risultati importanti. Se sono stato il miglior Spalletti? Ho tentato di farlo ma non ci sono riuscito, i risultati sono quelli, ho tentato ma non sono riuscito. Poi non sono stato fortunato negli episodi, a Roma (contro il Belgio, ndr) vincevamo 2-0 e abbiamo pareggiato, l’espulsione…gli infortuni capitati tutti insieme e nello stesso ruolo… Se io non do le dimissioni è perché io credo che questo gruppo possa andare al Mondiale insieme a me. È chiaro che viste le valutazioni io ora sono fuori ma il gruppo rimane lo stesso e la mia idea rimane la stessa».
«Spalletti doveva chiedere a Gravina se anche lui si sarebbe dimesso» (Tardelli)
L’ex calciatore Marco Tardelli, intervistato da La Stampa, ha parlato dell’esonero di Luciano Spalletti da Ct della Nazionale italiana.
Aveva mai visto la Nazionale allenata da un ct esonerato?
«Ne ho viste tante nella mia vita, tra campo e panchina, ma questa mi mancava: siamo al puro surrealismo. Una situazione assurda che crea un altro danno alla nostra Nazionale».
Il calcio italiano ha toccato il fondo?
«Sì, sperando che adesso non inizi a scavare».
Ma si poteva evitare questo finale?
«Non è bello vedere un ct che annuncia da solo il suo esonero, senza che nessun dirigente venga a spiegare che cosa è successo e perché si è scelto di cambiare l’allenatore. Davvero grottesco e inedito un esonero così. Io credo che questi dirigenti non capiscano di calcio, non sanno che cosa è uno spogliatoio e come si deve gestire un gruppo. Piuttosto era meglio affidare la Nazionale per una partita a un ct delle Under se proprio si voleva mandare via subito Spalletti».
Quali ha colpe ha Spalletti?
«Ha fatto errori e si vede che non c’era empatia con i giocatori, ma se la colpa è di Spalletti, allora è anche di chi l’ha scelto. Per questo devono pagare tutti e mettere veri uomini di calcio».
Che cosa poteva fare il ct dopo la sconfitta con la Norvegia?
«Quando il presidente Gravina l’ha incontrato gli avrà chiesto di dimettersi dopo la figuraccia di Oslo, lui doveva rispondere con un semplice “Tu ti dimetti?”. Perché non è possibile che i ct vanno e vengono, mentre nessun dirigente si prende mai una responsabilità per quel che sta succedendo. Prandelli non ha superato il girone in Brasile e ha dato le dimissioni, come il presidente Abete. E almeno all’epoca andavamo ai Mondiali».
Da dove si riparte?
«Intanto facendosi una domanda fondamentale: nessuno si è accorto che il calcio italiano è da rifondare? Non è cambiando il ct che si possono risolvere tutti i problemi. Qui bisogna ricostruire un’anima, i giocatori devono sentire di appartenere alla maglia azzurra: ora non sanno nulla e non hanno la voglia di vincere per l’Italia».
Può riuscirci Gigi Buffon a farglielo capire in questo delicato ruolo di capo delegazione?
«Lui ha tutte le qualità possibili e sa benissimo che cosa vuol dire giocare per la Nazionale. Servirebbe un reset mentale: devono cambiare la testa i giocatori perché sono loro a scendere in campo. Bearzot ci dava fiducia e veniva ripagato, ma soprattutto questi ragazzi devono imparare a conoscere la storia: se non conosci il passato non puoi capire il futuro».
Prima della Norvegia aveva tenuto banco il caso Acerbi…
«In Nazionale non si sono fatti mancare nulla. Si poteva gestire diversamente il caso Acerbi e questo dimostra come stia venendo a mancare l’amore dei calciatori per la maglia azzurra».
Basta affidarsi a Ranieri o Pioli per cambiare il corso della Nazionale?
«Il problema non è l’allenatore, anche se uno come Ranieri darebbe sicuramente tranquillità e questo aiuterebbe. Il problema è strutturale. Il ct ideale sarebbe Ancelotti, ma il Brasile l’ha capito prima di noi».