Non sputiamo sul 2-0 alla Moldova, poteva andare peggio
Saluti a Spalletti, uomo di terra, che ha bisogno di un rapporto quotidiano per rendere al meglio. Nella speranza che la Nazionale non si trasformi in un Triangolo delle Bermude

Db Reggio Emilia 09/06/2025 - qualificazioni Mondiali 2026 / Italia-Moldova / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti
Non sputiamo sul 2-0 alla Moldova, poteva andare peggio
Luciano Spalletti saluta con una vittoria. Contro la Moldova, ma è pur sempre una vittoria. Due a zero in una partita in cui abbiamo persino rischiato e non poco. Gol annullato a loro dopo nove minuti (siamo stati salvati dal Var cui non è sfuggito il fuorigioco che a occhio nudo non sarebbe stato segnalato), un gol mangiato (sempre da loro) e un salvataggio sulla linea di Dimarco. In mezzo a tutto questo, nel primo tempo, una traversa di Ranieri, qualche conclusione di confusione e il gol di Raspadori. All’intervallo, Spalletti capisce che è inutile giocare sulle fasce senza nessuno che salti l’uomo e inserisce Orsolini. Che contro la Moldova sembra di un’altra categoria, va sul fondo, mette in mezzo, e Cambiaso segna il 2-0. Tutta l’Italia pallonata Tita un sospiro di sollievo. Di più, non si può chiedere.
Dalla Moldova alla speranza Estonia
I più ottimisti si sono messi a guardare anche Estonia-Norvegia, con la speranza di un mezzo passo falso. E francamente poteva accadere. L’Estonia ha colpito due pali e la Norvegia ha segnato in contropiede (sigh). Forse ha ragione Spalletti quando dice che nemmeno la fortuna l’ha assistito. Sarebbe stato un bel modo di chiudere, il recupero di due punti sulla squadra di Haaland che venerdì ci ha presi a pallate e ha segnato il destino di Luciano. Che è stato un hidalgo nella conclusione. Dignitoso. Fiero. Commosso come lo sono gli uomini. È giusto che vada via. Bisogna provar a salvare il salvabile. Non è riuscito a entrare in sintonia con il sistema Nazionale. Si rifarà col prossimo club. il suo lavoro ha bisogno di cura quotidiana. È uomo di terra. deve avere un rapporto diretto, carnale, con la terra, con gli animali. Deve sentirli ogni giorno. Vale lo stesso per i suoi calciatori. Ha inciso troppo poco rispetto a quel che era lecito attendersi. Non si tormenti, anche Trapattoni (gigante vero) ha fallito in Nazionale.
Avanti il prossimo. Nella speranza che la Nazionale non si trasformi in un Triangolo delle Bermude che finisce con l’inghiottire chiunque le si avvicini.