Col Mondiale per club Infantino prova a ridurre il potere della Uefa di Ceferin (El Paìs)
Trump e Mohammed bin Salman sono le due infatuazioni del presidente Fifa. Quando Ancelotti criticò la manifestazione, lo fece subito zittire

Doha (Qatar) 18/11/2022 - conferenza stampa Fifa / foto Imago/Image Sport nella foto: Gianni Infantino ONLY ITALY
Dalla Spagna l’analisi di El Paìs sul Mondiale per Club, considerato come eretico e come non molto di più che una Champions League senza stelle (c’era il rischio che non partecipasse neanche il Psg, come di fatto non ci sono Barcellona e Arsenal ndr). L’inquadramento generale della competizione è poi condito dalle mire politiche di Infantino che non vuole far altro che pareggiare il potere dell’Uefa (senza riuscirci). E alla fine tutto il mondo è contrario ma lo guarda lo stesso.
Questo Mondiale per club è eretico, mix di invidia e avidità di Infantino (El Paìs)
Scrive così il quotidiano spagnolo, a firma Relano:
“«Se io fossi un dittatore in Spagna, proibirei le corride; siccome non lo sono, non me ne perdo una», lasciò scritto Ramón Pérez de Ayala. Così mi sento io di fronte a questo Mondiale eretico, un mix dell’invidia e dell’avidità ordito da Infantino. È da tempo che la Fifa guarda con sospetto al potere economico della Uefa e al crescente protagonismo che le conferisce la forza mediatica dei suoi club. La Fifa aveva solo un Mondiale quadriennale. La Uefa ha con la stessa cadenza l’Europeo, ma somma ogni anno la Champions, il cui splendore e introiti continuano a crescere visibilmente. […]
Donald Trump e Mohammed bin Salman sono le due infatuazioni di Infantino. Al punto che arrivò in ritardo al 75esimo congresso della Fifa, ad Asunción, per accompagnare Trump nella sua visita a Bin Salman. I delegati della Uefa se ne andarono in segno di protesta, cosa che non fece altro che sottolineare la cattiva relazione che c’è tra le due organizzazioni. Questo è Infantino, molto meno criticato in Spagna rispetto a Ceferin […] Quando ad Ancelotti venne in mente di avvertire dell’inopportunità di questa competizione infilata con la tecnica dello sfondamento nell’ultimo spazio libero dell’anno, lo fece subito zittire.
La fretta di progettare e chiudere la partecipazione fa sì che non ci sia il campione della Premier, il Liverpool, per esempio. Brutta assenza. Non c’è nemmeno il freschissimo campione d’Africa, i Pyramids d’Egitto, e sì i quattro precedenti. E abbiamo corso il rischio che non ci fosse nemmeno il vincitore della Champions, dato che due dei semifinalisti, Barça e Arsenal, non sono tra gli iscritti. Ma tranquilli: c’è l’Inter Miami di Messi, infilato a colpi di martello. […] Dunque ci sono pochi motivi sostanziali per considerare questo qualcosa di più di una Champions con assenze sensibili e abbondante contorno. Meno bistecca e molta verdura e patate. Il Paese non vibra.”