Inter, quindi lo stratega Marotta non sapeva manco che Inzaghi si era già apparecchiato coi sauditi?
Non ci crediamo, nemmeno Pinocchio col gatto e la volpe. Sarà la versione per i boccaloni dei tifosi: una tipologia umana che crederebbe pure a Babbo Natale.

Inter Milan's CEO for sport Giuseppe Marotta and Inter Milan's Italian coach Simone Inzaghi pose for a photo before the Italian Serie A football match between Torino and Inter Milan, at Torino's Olympic Stadium, in Turin on May 11, 2025. (Photo by NICOLO CAMPO / AFP)
Inter irritata per la rivelazione dell’Al Hilal: ma davvero Marotta non sapeva che Inzaghi aveva già l’accordo?
Non vorremmo ripeterci su Marotta (Sicuri che Marotta sia così potente? La realtà sta smontando la narrazione enfatica). Però fatichiamo a credere che davvero non sapesse che Inzaghi aveva da tempo un accordo con i sauditi dell’Al Hilal, come confermato alla Bbc dal direttore generale del club saudita.
Il quale ha detto chiaro e tondo che:
«Stava giocando una partita importante e ci ha chiesto di tenere la cosa da parte fino a dopo la finale, era stato già deciso ma non ha firmato prima della finale solo perché per rispetto ci ha chiesto di aspettare, il che è sicuramente giusto. In questa stagione siamo arrivati secondi, un risultato al di sotto delle aspettative. E molto semplicemente ciò che ci aspettiamo dal nuovo allenatore è che ci aiuti a vincere di nuovo e a ristabilire la gerarchia.»
La Gazzetta scrive che l’Inter è irritata, si sente tradita. Noi onestamente non possiamo credere a questa versione. Siamo certi che si tratti di una versione buona per il tifoso che, come è noto, ama recitare la parte dello stupido. In fondo il tifoso è un adulto che sceglie di regredire, crederebbe anche a Babbo Natale se fosse lui a portare i giocatori al calciomercato. Il tifoso di calcio altro non è che il marito della canzone “Non è Francesca” di Lucio Battisti.
Se così non fosse, se non fosse una bugia architettata per i tifosi, per far vestire a Inzaghi i panni del cattivo, altro che abile stratega, altro che Marotta League, saremmo di fronte a Pinocchio abbindolato dal gatto e la volpe. Ma, ripetiamo, non ci crediamo. Non può essere.
Fatto sta che la Gazzetta oggi scrive:
In palio non c’era solo la Champions League, la gloria, la storia. Ma pure la faccia. Quella che l’Inter ha rischiato di perdere insieme alla finale contro il Psg da cui è uscita con le ossa rotte. Come Simone Inzaghi dopo la conferma ufficiale che sì, il suo trasferimento in Arabia Saudita era “apparecchiato” già da tempo, ben prima del 31 maggio scorso. Circostanza che oggi lascia l’Inter alquanto irritata.
L’Inter e Marotta vogliono far credere che non sapessero nulla di Inzaghi e l’Al Hilal
Prosegue la Gazzetta:
Eppure, a risentire le parole di Esteve Calzada, Ceo dell’Al-Hilal che alla Bbc ha confermato che l’accordo tra Simone e il club saudita fosse stato raggiunto ben prima della finale, forse una spiegazione a quella disastrosa prestazione viene fuori.
Come se Inzaghi non si fosse già accordato con gli arabi, l’Inter avrebbe battuto il Psg. Sono versioni per i pupi, per quei bambinoni dei tifosi che si si bevono di tutto pur di non guastare la loro scenografia.
In ogni caso la Gazza scrive che:
Di sicuro c’è che le parole dell’amministratore delegato dell’Al-Hilal (testuale: “Era già tutto deciso ma non era stato firmato prima della finale”) hanno fatto infuriare non solo i tifosi nerazzurri, ma l’Inter tutta. Perché arrivare all’appuntamento con la storia condizionati da proposte esterne (che più che “proposte” forse è più corretto definire accordi) non può non aver condizionato. E in qualche modo la società si è sentita presa in giro perché per Inzaghi il rinnovo sarebbe stato solamente da siglare e anche al momento dell’addio il presidente Marotta ha parlato di “scelta consensuale”, ringraziando l’allenatore con parole sentite per il lavoro fatto in nerazzurro. Adesso invece, dopo l’uscita di Calzada, emergono domande, dubbi, sospetti. Da quanto Inzaghi era in parola con i sauditi? Aveva comunicato alla squadra già prima della finale che dopo Monaco avrebbe detto addio all’Inter? Fosse vero, risulterebbe grave aver insinuato nella testa della squadra pensieri extra-Psg. A maggior ragione se davvero avesse tentato Barella e Bastoni (che alla Saudi Pro League non hanno mai aperto non solo una porta, ma neppure una finestrella) con proposte milionarie come la sua, tanto da spingere la dirigenza nerazzurra a stringere una sorta di patto di non belligeranza per non farseli portare via? Domande e dubbi a cui sarà difficile dare risposte certe. Come certa è la rabbia dell’Inter.