Gattuso scelto per le sue “vibrazioni”, ma la sua nomina non ha scaldato nessuno (Athletic)

"Gattuso ha vinto solo col Napoli in un Olimpico vuoto, ma quella Coppa Italia è stata presto sepolta dagli scudetti di Spalletti e Conte"

gattuso

Milano 14/03/2021 - campionato di calcio serie A / Milan-Napoli / foto Image Sport nella foto: Gennaro Gattuso

Il no di Ranieri – prima scelta di Gravina – ha lasciato la Federazione col cerino in mano. Così è nata l’operazione Gattuso. L’operazione grinta e “veleno”, per citare una sua espressione classica dei tempi del Napoli (insieme ad “annusare il pericolo” ndr). Anche in Inghilterra (lo ha fatto oggi il Guardian, ora Athletic) hanno dei dubbi circa la riuscita di questo connubio, se non foss’altro che per la carriera da tecnico dell’ex giocatore del Milan, mai incredibilmente schizzata verso il successo. Buffon e Gravina lo hanno scelto per le vibes, parola non detta ma presente. Perché da un punto di vista oggettivo, il palmarès e il rendimento di Gattuso non giustificano una chiamata del genere. Ha allenato (e lasciato) ovunque: Palermo, Pisa, Napoli, Valencia, Marsiglia, l’Hajduk. Ovunque, a parte la Nazionale, dove adesso arriva da ct.

Basterà l’amore degli italiani per il Gattuso dei Mondiali 2006? (The Athletic)

Scrive così Athletic:

“Le motivazioni di Buffon e Gravina per questa nomina tornano a un elemento intangibile essenziale: le vibrazioni. Hanno parlato di passione, fuoco dentro, e del significato di rappresentare la propria patria. […]

Da un lato, è del tutto comprensibile la scelta della Figc. L’Italia era insipida contro la Svizzera negli Europei di un anno fa. Non c’era anima nemmeno nella recente partita in Norvegia, sotto di tre gol all’intervallo. Gattuso li riaccenderà di certo. Eppure si è premurato di presentarsi come più di un animatore da hype. «Tutti pensano a Gattuso come solo cuore e grinta, ma oggi non metterei quel Gattuso nella mia squadra, per come voglio giocare», ha detto.

Allo stesso tempo, il 47enne ha parlato ripetutamente di spirito di squadra, identità, e dell’esigenza che i calciatori italiani si riconnettano con la Nazionale. Il suo desiderio di emulare Marcello Lippi non riguarda tanto il vincere un Mondiale quanto creare un gruppo e coltivare la coesione — quel senso di appartenenza — che ha caratterizzato quella squadra del 2006. 

La nuova guida tecnica non ha ricevuto l’approvazione che avevano ottenuto le nomine di Spalletti o Conte. Entrambi erano considerati per quello che erano: allenatori di livello mondiale. Gattuso, al confronto, sembra non restare più di due anni in una panchina, e la Coppa Italia vinta con il Napoli in un Olimpico vuoto durante la pandemia è stata rapidamente oscurata dagli scudetti conquistati da Spalletti e Conte. […]

Gli italiani lo amano. È una leggenda non solo per aver vinto il Mondiale, ma per essere così com’è. Sarà abbastanza? Conte rappresenta ancora la combinazione perfetta di motivazione e strategia. Gattuso vorrebbe pensare di offrire qualcosa di simile. Ma i risultati, finora, non lo hanno confermato. Ciononostante, Gattuso crede che l’Italia abbia i giocatori per fare meglio di quanto mostrato da Spalletti. A parte i conflitti di personalità, i problemi del suo predecessore però rivelano la grande difficoltà del lavoro che lo attende.

Che un allenatore bravo come Spalletti non sia riuscito a rivitalizzare questa squadra — né a tirare fuori il meglio dai singoli, né a farli diventare più della somma delle parti — è motivo di preoccupazione. […] Si immagina che Ranieri non si pentirà di aver resistito alla tentazione di guidare la sua Nazionale. È sembrato saggio nello spegnere quella tentazione con un ‘No’. Gattuso, al contrario, non ha avuto esitazioni nello dire: ‘Sì’ a Gravina. Lui ne aveva chiaramente più bisogno.”.

Correlate