Fognini come George Best, ha ricordato a Wimbledon e al tennis chi sarebbe e potuto essere

Ha portato Alcaraz al quinto, ha regalato un tennis spaziale. Uno sportivissimo Alcaraz ha chiamato il centrale a tributargli l'applauso

Fognini

Winner Spain's Carlos Alcaraz (L) hugs Italy's Fabio Fognini (R) at the end of their men's singles first round tennis match on the first day of the 2025 Wimbledon Championships at The All England Lawn Tennis and Croquet Club in Wimbledon, southwest London, on June 30, 2025. (Photo by HENRY NICHOLLS / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE

Fognini come George Best, ha ricordato a Wimbledon e al tennis chi sarebbe e potuto essere.

“Se io fossi nato brutto, non avreste mai sentito parlare di Pelé”. Firmato George Best. Che nel 1976, incuriosito dal confronto con Johan Cruyff, volle giocare al meglio Irlanda del Nord-Olanda. Finì che al quinto minuto punto Cruyff, gli fece una finta e poi un tunnel. Si girò verso la tribuna cercando con lo sguardo il giornalista Bill Elliot cui aveva detto: “Appena avrò la possibilità, gli farò un tunnel”. Elliot aveva avuto l’ardire di chiedere a George chi dei due fosse più forte. Dopo il tunnel, Best mise il pallone fuori. Quel che doveva mostrare, l’aveva mostrato. Poi leggenda vuole che gli disse: “Tu sei il più bravo… Solo perché io non ho tempo”.

Ecco, Fabio Fognini oggi a Wimbledon, contro Alcaraz, ha voluto ricordare chi è stato e chi sarebbe potuto essere. Un talento immenso. Forse sprecato, chissà. È stato semplicemente Fabio Fognini uno che ha rimontato due set a Nadal agli Us Open prendendolo a pallate, a tratti sbeffeggiandolo. Uno che ha vinto pochissimo rispetto al bagaglio tecnico di cui lo ha dotato madre natura. A 38 anni, ha avuto la possibilità di salutare alla sua maniera. Con una partita sfavillante, in cui ha esibito colpi di classe, tecnica pura, davanti a cui persino Alcaraz a volte non ha potuto far altro che fermarsi e applaudire. Alcaraz ha sofferto, ha tremato. Se avesse perso il terzo set, sarebbe andato in apnea. Lo ha vinto, poi ha perso il quarto e nel quinto è riuscito a dilagare (ma il punteggio è bugiardo).

Alla fine ha perso, com’era ovvio che fosse, Ma ha perso al quinto set. Persino nell’ultimo game, ha lasciato Alcaraz di sasso con una risposta pazzesca.

È inutile stare a piangere sul tennis sprecato. È andata. Speriamo che se la sia sempre giocata e vissuta come voleva lui. A Fognini bisogna voler bene così com’è. Bracci così nascono quando decide il dio del tennis. Il centrale di Wimbledon gli ha reso omaggio con un applauso scrosciante. Grazie ad Alcaraz, sportivissimo, che lo ha a lungo applaudito. Ha regalato uno spettacolo fuori categoria per il primo turno. Ha portato Alcaraz al quinto set. Poi, lo ha preso 6-1 ma anche il punteggio del quinto non rende merito a quel che è effettivamente successo in campo.

E alla fine Fognini ha chiesto a Carlos una maglietta per il figlio Federico tifoso dello spagnolo. In tribuna una emozionantissima Flavia Pennetta moglie di Fabio nonché vincitrice degli Us Open.

Alcaraz alla fine ha detto: «Non capisco perché sia al suo ultimo Wimbledon, può giocare altri due tre anni. È un grande giocatore, per tutta la carriera ha dimostrato il suo talento. Mi dispiace che sia il suo ultimo Wimbledon ma sono felice di aver condiviso il campo con lui».

Fognini: «Mio figlio Federico è a Wimbledon solo per Alcaraz, ho detto: “Non salutarlo e guardalo male”»

Fabio Fognini oggi affronterà Carlos Alcaraz nel primo turno a Wimbledon 2025. La sua intervista ad As.

Cosa hai pensato quando hai visto il sorteggio e che dovevi sfidare Alcaraz?

«Sinceramente, contento. Perché con tutto quello che ho fatto, giocare qui contro Carlitos significa che ne è valsa la pena. Al Centrale, contro il giocatore più in forma del circuito, il campione in carica. Non sarebbe potuto succedere di meglio. Se parliamo di tennis, di vincere le partite, ovviamente mi sarebbe piaciuto giocare con lui un po’ più avanti».

Questa è una sorta di ricompensa per la tua carriera…

«Esattamente, è così che la vedo. Lo conosco bene, anche se è abbastanza giovane e quello che sta realizzando insieme a Jannik è come rivedere un po’ la mia epoca, quella di Federer, Nadal, Djokovic. In questo momento è una bella ricompensa. Spero di godermi il più possibile il torneo e giocare una buona partita. Questa è la cosa più importante».

Pensi più a vincere che a divertirti?

«Ho sempre detto che i buoni giocatori, anche ai miei tempi, era sempre meglio incontrarli all’inizio del torneo. La prima partita è sempre complicata e ovviamente non ho nulla da perdere e il mio obiettivo è godermela».

Quali saranno le tue mosse?

«Con questi ragazzi c’è poco da pensare, ma in realtà due giorni fa quando è uscito il quadro, mio figlio mi ha chiamato e mi ha detto “Hai visto papà? Giochi contro Carlitos”, io ho risposto “Vuoi venire?” e Flavia (Pennetta) con i bambini è venuta a Londra. Quando ci siamo incontrati ho detto a mio figlio “Non salutarlo, guardalo male, sarà il mio avversario”».

Se non fosse stato per Carlos, non sarebbero venuti?

«Credo di no, perché oltre a Jannik, che è italiano, quello che piace di più a mio figlio Federico è Carlitos. Vado molto d’accordo con Alcaraz, ci ho già giocato due volte contro».

È il tuo ultimo Wimbledon?

«L’anno prossimo è ancora molto lontano. Non ho idea di come finirò questo, fisicamente sto soffrendo molto con i piedi, ma va bene».

Una volta c’era l’armata spagnola per il numero di tennisti iberici che c’erano, e ora sono gli italiani che dominano…

«Siamo nel periodo migliore della storia del tennis italiano, con Sinner, Musetti, con giovani molto bravi dietro di loro. Non puoi chiedere di più. Molto tempo fa c’erano solo uno o due forti».

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