Con le condanne agli ultras è stato infletto un colpo alla mafia criminale di estrema destra che commissionava omicidi
Secondo Marca le curve di Milan e Inter erano vere “milizie criminali” legate alla mafia. Con l’operazione “Doppia Curva” condannati 16 ultras per 90 anni totali.

Inter Milans fans chant slogans and light flares outside San Siro Stadium prior to the Italian Serie A football match AC Milan vs Inter Milan in Milan, Italy on April 22, 2024 (Photo by Piero CRUCIATTI / AFP)
Negli ultimi mesi, le indagini delle autorità italiane sugli ultras hanno portato alla luce un sistema criminale profondamente radicato all’interno delle tifoserie organizzate di Inter e Milan. Due curve storiche, la Nord e la Sud dello stadio San Siro, sono state trasformate in vere e proprie “milizie private” con struttura gerarchica, controllo territoriale e legami con la criminalità organizzata.
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Le recenti sentenze del tribunale di Milano, emesse nell’ambito dell’operazione “Doppia Curva”, hanno certificato l’esistenza di due associazioni a delinquere dedite a estorsioni, traffici illeciti e perfino omicidi, infliggendo pene durissime a numerosi esponenti ultras.
Come riportato dal quotidiano Marca:
“Le due curve di San Siro erano state trasformate in una “zona franca” per delle vere e proprie “milizie private”.
Nella sentenza si evidenzia come la Curva Sud del Milan e la Curva Nord dell’Inter funzionassero come organizzazioni criminali autonome, con “una propria struttura gerarchica, un proprio territorio e proprie sanzioni verso i subordinati”, che gestivano “premi e privilegi” legati ai lucrosi affari di biglietteria, merchandising e parcheggi attorno alle due tribune di San Siro, divenute di fatto territorio libero per attività illecite.”
Ecco chi era a capo delle organizzazioni criminali
Il quotidiano spagnolo Marca ha evidenziato come i capi delle curve di San Siro fossero al centro di una struttura criminale complessa:
“La giudice istruttore di Milano, Rossana Mongiardo, ha condannato Luca Lucci, leader degli ultras della Curva Sud del Milan, e Andrea Beretta, ex leader della Curva Nord dell’Inter e ora collaboratore della giustizia, a 10 anni di carcere.
La sentenza, emessa con rito abbreviato nel processo noto come “Doppia Curva” nella sala blindata di San Vittore, riguarda uno dei filoni d’indagine sul crimine organizzato nel tifo milanese.
La polizia italiana ha avviato lunedì una vasta operazione a Milano, con decine di arresti e perquisizioni tra gli ultras di Inter e Milan.
Marco Ferdico, uno dei leader ultras prima dell’arresto avvenuto a settembre scorso, è stato condannato a 8 anni. «Ho una sete di sangue che solo Dio conosce».
Luca “Il Toro” Lucci era accusato di associazione a delinquere e di tentato omicidio dell’ultras Enzo Anghinelli. «Volevano drogarmi, spararmi ed eliminare il mio cadavere dopo l’esecuzione»
Beretta era accusato dell’omicidio di Antonio Bellocco (membro della dirigenza nerazzurra della Curva Sud e legato a clan della criminalità organizzata ‘ndrangheta) e di associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso.“
In dettaglio i nomi e le condanne inflitte agli ultras
Il quotidiano spagnolo La Razon, invece, ha elencato le altre condanne inflitte nell’ambito dell’inchiesta “Doppia Curva”:
“I 16 imputati sono stati condannati per aver fatto parte di due organizzazioni criminali responsabili di estorsioni e omicidi.
Con questa sentenza – pronunciata nel procedimento “Doppia Curva” – sono state inflitte pene per un totale di circa 90 anni di carcere.
Tra gli ultras del Milan:
- Alessandro Sticco – 5 anni
- Fabiano Capuzzo – 4 anni e 4 mesi
- Islam Hagag – 3 anni e 4 mesi
- Luciano Romano – (pena non specificata)
Tra gli ultras dell’Inter:
- Renato Bosetti – 4 anni
- Giuseppe Caminiti – 5 anni
- Gianfranco Ferdico (padre di Marco, legato alla ‘ndrangheta) – 4 anni e 8 mesi
- Christian Ferrario – 6 anni, ritenuto il “custode” dell’arsenale delle armi Beretta e Curva
- Francesco Intagliata – 5 anni
- Mauro Nepi – 4 anni
- Matteo Norrito – 4 anni e 8 mesi
- Debora Turiello – 2 anni con pena sospesa, unica donna imputata, ritenuta la “cassiera” della Curva Nord e gestore del traffico dei biglietti.
Secondo il procuratore antimafia Paolo Storari: «Queste relazioni creavano nei capi ultras un senso di legittimità. Erano considerati quasi i ‘capi del Milan’, persone a cui rivolgersi per qualsiasi problema, anche al di fuori dello stadio».”
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