Al Bano e il concerto a San Pietroburgo: «È meschino pensare che lo faccia per soldi, ma è giusto essere retribuito»

A Gente: «prendo il mio consueto cachet, ma il 50 per cento va nelle casse dello stato italiano»

Al Bano

archivio Image / Spettacolo / Albano Carrisi-Romina Power / foto Beescoop/Image

«Ho smesso di fare concerti in Russia quando è scoppiata la guerra. Ho cantato molte volte per loro in passato, ma ho preso l’impegno di non esibirmi in quei luoghi fino a che non ci sarà la pace». Aveva detto Al Bano in un’intervista a Gente questo marzo, ora però, con l’annuncio di un suo concerto a San Pietroburgo il 20 giugno, nonostante di pace non se ne parli, Gente torna a intervistarlo.

Perché torna in Russia? «Perché è il mio mestiere, mi hanno invitato per una manifestazione che non ha nulla a che vedere con la guerra»

Al Bano spiega che il concetto è stato organizzato dall’associazione italo-russa e che ha avuto molte rassicurazioni sul fatto che «a San Pietroburgo il clima non è teso, non c’è sapore di guerra»

«Ho scelto di esserci per guardare in faccia una realtà vista solo in tv, per capire cosa sta accadendo. Ma, soprattutto, sono qui per lanciare un messaggio» prosegue il cantautore. Con lui ci sarà anche Iva Zanicchi «Mi hanno chiesto di invitare una collega: Iva è un’amica storica e un’artista che stimo molto».

Leggi anche: Al Bano voleva andare a Sanremo, Romina ha detto no e infranto il suo sogno

Qualcuno dirà che lei sta andando lì anche per un bel ritorno economico. «Un pensiero meschino. Detto ciò sono qui per lavorare, pertanto è giusto essere retribuito. Grazie a Dio le serate, i concerti, gli impegni non mancano, ma essere qui, in questo contesto, è per me interessante e umanamente importante».

Ci dice quanto le hanno dato? «Dico solo che prendo il mio consueto cachet, ma sottolinea che, giustamente, il 50 per cento di ciò che percepisco entra nelle casse dello stato italiano»

Correlate