Per Conte gli altri devono imparare sempre e soprattutto da lui. Il futuro? Eduardo disse: “fujtevenne”
Quel carattere ombroso che lo fa amare prima e odiare dopo, nel momento dell’abbandono, dal popolo dei tifosi

Ci Lecce 03/05/2025 - campionato di calcio serie A / Lecce-Napoli / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Antonio Conte
Per Conte gli altri devono imparare sempre e soprattutto da lui. Il futuro? Eduardo disse: “fujtevenne”
Tony Damascelli traccia un profilo di Antonio Conte e scrive ovviamente anche del possibile futuro del tecnico leccese che sembra avviato alla separazione di De Laurentiis e al ritorno alla casa madre della Juventus.
Scrive Damascelli:
Vittoria, è il nome anche di sua figlia, un destino comunque cercato, voluto, inseguito, sofferto con quel carattere ombroso che lo fa amare prima e odiare dopo, nel momento dell’abbandono, dal popolo dei tifosi, Torino, Londra, Milano e infine Napoli, trionfi simili, risultati forse prevedibili ma poi gioiosamente imprevisti, contro tutto e tutti, contro se stesso, le sue paturnie, le diffidenze, uomo leccese di sole, mare e vento, salentino di razza uguale ad altri migranti verso il nord, Carmelo Bene su tutti e, nel calcio, il barone Franco Causio
Maniacale sul lavoro, virtù questa rara per il meridionale avvolto dall’ozio del clima, della luce, del caldo sole, del profumo di mare, attento al dettaglio, non uno spacciatore di tattiche ma sicuramente carico di un ego spropositato secondo il quale gli altri devono imparare sempre e, soprattutto da lui medesimo che del pallone ha conosciuto sangue, sudore e polvere, non essendo nato imparato.
Antonio Conte sa benissimo di essere l’attore principale di questa recita di popolo. Nessuno sa, però, che cosa potrà accadere domani e nei giorni che verranno, la festa non si fermerà e tra i coriandoli e i botti pirotecnici ci sarà un uomo infine solitario, gli toccherà sciogliere il nodo del proprio futuro, da marinaio astuto e pronto a garantire amore dopo ogni approdo. «Se volete fare qualcosa di buono, fuitevenne ‘a Napoli, fuggitevene da Napoli» (Eduardo De Filippo).
Conte: «Si continua insieme? Nel frattempo festeggiamo»
Il tecnico del Napoli, Antonio Conte, ha parlato in conferenza stampa dopo la vittoria dello scudetto contro il Cagliari
Che sapore ha lo scudetto? «All’estero anche ho vinto, è una gioia incredibile, quando siarmo arrivati al campo ho visto tutta questa gente e ho pensato ma se poco poco li mandiamo a casa senza scudetto, che delusione sarebbe stata? Prima di tutto mia, avrei avuto bisogno di tanto tempo per riprendermi, ho sentito una pressione che non potevamo non portarlo a casa. Ho fatto il calciatore, quando vedi certe scene ti carichi anche di tanta pressione perché hai un popolo dietro che ti spinge e che all’ultimo vuole festeggiare».
Il momento della svolta? «Il pareggio con l’Inter, se non vinciamo poi scappano. Invece pareggiamo, dopo il gol di Billing dissi che se volevamo potevamo. Quello è stato importante. Se avessimo perso, l’Inter sarebbe scappata in maniera assoluta e non ci sarebbe stata possibilità di riprenderli. Adesso invece con tante difficoltà da gennaio in poi abbiamo fatto qualcosa di inimmaginabile e straordinario. Il merito va ai ragazzi che non si sono mai arresi, hanno visto compagni importanti infortunati e cose che a gennaio non sono andate come dovevano. È lo scudetto di tutti, di Scuffet che gioca all’ultimo a Bologna, di Rafa Marin, di Pasquale Mazzocchi che sostituisce Di Lorenzo, lo scudetto dell’undici titolare e di chi ha risposto sempre presente nonostante un non grandissimo minutaggio. Il mio grazie va a loro»
«Avevo bisogno di questa sfida, l’abbiamo vinta insieme»
Si va avanti insieme? «Nel frattempo festeggiamo».