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Il Telegraph non si tiene, esulta per la sentenza della Corte Suprema sui trans: “alleluia, ma non è finita”

“La Federcalcio si è adeguata dopo aver assecondato lobbisti e attivisti trans militanti. Ora tocca a Cio e Fifa. L’equità nello sport non è negoziabile”

Il Telegraph non si tiene, esulta per la sentenza della Corte Suprema sui trans: “alleluia, ma non è finita”
Italy's Valentina Petrillo competes in the women’s 400m T12 athletic event during the Paris 2024 Paralympic Games at the Stade de France in Saint-Denis, north of Paris, on September 2, 2024. The first openly transgender athlete in Paralympics history, Italian sprinter Valentina Petrillo, competed in the Paris Games on August 2, 2024. Petrillo, 50, finished second in her heat of the T12 400 metres, a category for visually impaired athletes, in a time of 58.35 sec. and qualified for the semi-finals. (Photo by Dimitar DILKOFF / AFP)

Alleluia“. Esulta Oliver Brown sulle pagine del conservatore Telegraph che non riesce a trattenersi. Lo sport ha riconosciuto quello che per il quotidiano è una battaglia per “l’equità di mezza popolazione”, ovvero le donne. In Inghilterra, la Corte Suprema ha infatti stabilito in una sentenza che “è legalmente donna solo chi è nata biologicamente femmina“. Il Telegraph, J.K Rowling non aspettavano altro. Il caso di Imane Khelif (che, ricordiamolo, non è trans)è ancora indigesto nella patria del tè delle cinque. Così come non è andato giù il caso Petrillo alle Paraolimpiadi.

E infatti il quotidiano ora sia aspetta che, come un effetto domino, anche il Cio, ora è presieduto da una donna, e la Fifa si adeguino alla sentenza della Corte Suprema.

In questi giorni lo hanno fatto la Football Association, la Federcalcio inglese. “La Federazione calcistica non ha lasciato dubbi sul fatto di aver preso questa decisione, vietando agli uomini di giocare a calcio femminile a tutti i livelli , con estrema riluttanza. Anche nel breve comunicato rilasciato, non c’era alcun riferimento alle donne e alle ragazze svantaggiate per anni a causa della sua genuflessione di fronte all’errore secondo cui le persone potevano essere di qualsiasi sesso dichiarassero di essere“, commenta Brown.

Ciò che è stato affascinante è stato l’effetto domino. Uno dopo l’altro sono caduti: prima la FA, che si è resa conto tardivamente che il verdetto della Corte Suprema la obbligava a rispettare la legge, e poi, nel giro di poche ore, l’England Netball [Il netball è uno sport di squadra simile alla pallacanestro, giocato da due squadre composte da sette giocatori. È praticato soprattutto a livello femminile e nei paesi anglosassoni] e l’England and Wales Cricket Board“.

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“Cio e Fifa applichino la sentenza della Corte Suprema inglese sui trans”

Ma a Brown non basta. “Perfino in questo giorno tanto atteso, in cui tre importanti sport hanno accettato l’imperativo di escludere gli uomini dalla categoria femminile, dalla base all’élite, il linguaggio è stato pietosamente meschino“.

La Federcalcio, come molti organi di governo supini, era più interessata ad assecondare i lobbisti di Stonewall e gli attivisti trans militanti che a difendere la verità“.

Le donne che hanno guidato questa campagna per anni, sopportando abusi indicibili da parte di militanti trans e sciocchezze condiscendenti da parte di papà centristi senza alcun interesse personale, hanno diritto a delle scuse umilianti da parte dei codardi amministratori dello sport“, continua.

Infine, l’auspicio finale. “Ma questa lotta non è ancora finita. Bisogna comprendere che l’equità nello sport non è oggetto di negoziazione. Ora la lotta diventa globale. Ora l’onere ricade su Kirsty Coventry, neoeletta presidente del Comitato Olimpico Internazionale, di rimanere fedele alle sue promesse di proteggere l’integrità dello sport femminile. Ricade anche sulla Fifa, che continua ad aggrapparsi alla dottrina “le donne trans sono donne”, anche quando questa è stata fatta a pezzi“.

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