Dopo il Genoa McTominay ha parlato di panico, qualcosa di più forte della paura (CorSera)
La sua è stata un’esortazione a non averne ma di panico si è trattato. Conte sa che un punto in più può esser niente o tanto, dipende dalla testa

Ci Napoli 11/05/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Genoa / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Scott McTominay
Monica Scozzafava sul Corriere della Sera commenta le parole di Conte e di McTominay nel post partita contro il Genoa. Conte si è lasciato andare ad una frase che non ammette interpretazioni alternative. Mentre McTominay ha parlato di panico, quella sensazione che la squadra deve ricacciare anche se è evidente che c’è.
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Un punto può essere niente o tanto, dipende dalla testa
Scrive Scozzafava sul Corriere della Sera:
Che vinca il migliore. Ops, a Conte gli è scappata così nel post Napoli-genoa ma si è corretto subito. Il sorriso è sforzato: «Meglio dire: vinca chi lo merita…». C’è tutta la sua conoscenza del valore della squadra che allena, l’esperienza per andare oltre la rabbia per la chance sprecata al Maradona, e la consapevolezza che un punto in più può esser niente o tanto, dipende dalla testa. Non più evidentemente dalla tecnica, dalla tattica, dal valore della rosa. Da chi, secondo l’allenatore, merita di giocare e chi invece no.
McTominay ha parlato di panico, qualcosa di più forte della paura, contro il Genoa
E ancora:
L’umore è mesto, le bandiere sventolate anzitempo in un amen sono state riavvolte, resta la speranza di due vittorie contro due squadre (Parma e Cagliari) alla portata. Panic è il sostantivo utilizzato da Mctominay dopo la partita. Non ansia, non paura, qualcosa di più forte. La sua è stata un’esortazione a non averne, segnale che la squadra crede che il traguardo sia possibile ma di panico si è trattato: quando il Genoa rimonta la prima volta il Napoli si ferma, quando Olivera e Billing attaccati a Vasquez lo lasciano saltare sono sotto stress emotivo. Punto a punto, c’è chi non è abituato a lotte all’ultimo respiro. Punto a punto, però, è anche la situazione ideale per un allenatore che vede lungo e batte come un martello.