Conte ha portato i calciatori del Napoli sulla soglia dello scudetto, ora tocca a loro (Carratelli)
Sul Corsport. Sarà una partita per veri uomini. La tecnica, la tattica, la qualità avranno il loro peso, ma saranno soprattutto il carattere, il cuore, il coraggio

Dc Napoli 11/05/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Genoa / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: esultanza gol Romelu Lukaku
Conte ha portato i calciatori del Napoli sulla soglia dello scudetto, ora tocca a loro (Carratelli)
Mimmo Carratelli scrive nella settimana che conduce a Parma-Napoli decisiva per il campionato. Lo fa per il Corriere dello Sport:
Conte li ha portati sulla soglia dello scudetto, li ha martellati, istruiti, sostenuti, spinti e molti di loro, gli azzurri vecchi e i nuovi, hanno detto di non avere mai lavorato tanto e di avere un allenatore che gli ha trasmesso un’energia pazzesca. Con lui sono rinati i campioni d’Italia 2023, perdutisi nella stagione successiva. Con Conte, i nuovi arrivati hanno avuto l’opportunità di migliorare. Conte ha rivitalizzato una squadra alla deriva dopo l’anno dello scudetto.
E, allora, se Conte ha fatto tanto per gli azzurri, come essi stessi affermano, ora è il momento che gli azzurri facciano tanto per Conte. Da veri uomini. Parma-Napoli (domenica in contemporanea a Inter-Lazio) sarà una partita per veri uomini. La tecnica, la tattica, la qualità avranno il loro peso, ma saranno soprattutto il carattere, il cuore, il coraggio, il sacrificio massimo i valori da mettere in campo.
A Parma spetterà ai giocatori dare la risposta giusta alle critiche e, soprattutto, a Conte. L’allenatore del “prodigio”, che li ha portati sulla soglia del quarto scudetto della storia azzurra, merita la “riconoscenza” di una partita “alla morte”, una partita da veri uomini. Testa (lucida), gambe (veloci), cuore (saldo), sono i tre valori che stanno nel titolo del libro di Antonio Conte.
Conte sta nel suo brodo, vincere da favorito non fa per lui. Come l’Italia del suo maestro Lippi (il Napolista)
Il vero Napoli di Conte si vedrà in queste due ultime giornate. Si sono create tutte le condizioni per un finale di campionato all’insegna del Contismo puro. Lotta punto a punto, sudore, ambiente ostile, ritorno all’essere underdog, pressione e adrenalina. Tutti elementi che hanno reso Conte ciò che è oggi. Probabilmente quel vantaggio in classifica quasi “regalato” da Orsolini e Claudio Ranieri inconsciamente non gli piaceva. Da sfavorito era quasi diventato il favorito facile, ruolo che a Conte non interessa. A Conte piace vincere distruggendosi e dopo il pareggio con il Genoa si sono create esattamente le condizioni che ad uno come lui piacciono. Conte nella pressione, nel rumore dei nemici, ci sguazza.
Spirito d’altronde tipicamente italico – non solo calcisticamente parlando -, basti pensare ai mondiali vinti contro tutto e tutti nell’ 82 e nel 2006. Ecco il 2006 e i ragazzi di Lippi, uno dei maestri in cui più Conte si riconosce. Sia chiaro in quella squadra c’erano Totti, Del Piero, Cannavaro e Buffon, ma qualcosa in comune c’è con il Napoli di oggi. Innanzitutto essendo un’Italia a fine ciclo non erano assolutamente favoriti. Inoltre vi era un ambiente ostile dovuto a Calciopoli (qui a Napoli invece c’è per il papponismo anti-De Laurentiis e un certo anti-contismo per il gioco non brillante).
Ultimo aspetto comune, una squadra quella del 2006 che non giocava certo in modo spettacolare, ma che come insegna il Parthenope di Sorrentino con l’uomo di sale e acqua non per questo era meno bella. Aveva una bruttezza quasi epica in quel difendersi e poi ripartire – si pensi al gol con la Germania di Del Piero – che la rendeva quasi mistica. Ecco il misticismo della sofferenza, quello che è tanto caro a Conte. Allora proviamo a pensare di giocare queste ultime due giornate con lo spirito di quella Nazionale del 2006.