La parola d’ordine nello spogliatoio è: guai ad abbassare la guardia. Le grandissime sofferenze di Lecce sono state una lezione

Conte è preoccupato soprattutto dall’euforia che circonda il Napoli (Repubblica)
Repubblica Napoli, con Marco Azzi, sottolinea le preoccupazioni di Antonio Conte per il clima di euforia che circonda il Napoli. Mancano tre partite e ancora nulla è vinto. Ma evidentemente in città non tutti ne sono consapevoli.
Scrive Repubblica:
La parola d’ordine nello spogliatoio è più chiara che mai: guai ad abbassare la guardia.
Le grandissime sofferenze dell’ultima trasferta in Puglia sono state in questo senso una lezione e la squadra ha capito che lo scudetto è ancora tutto da conquistare. Ecco perché è soprattutto l’euforia che circonda il Napoli a preoccupare Conte, rassicurato viceversa dalla confortante concentrazione che regna nello spogliatoio azzurro. I giocatori sono consapevoli di dover stringere i denti ancora per un po’ e un altro sgradito campanello d’allarme è arrivato ieri pomeriggio anche dall’emergenza, che proprio non vuole smetterla di tormentare la capolista.
Repubblica ricorda che sono minime le speranze di recuperare Lobotka per domenica (trauma contusivo- distorsivo alla caviglia).
Italo Cucci: «La polemica sul gioco di Antonio Conte è tutta napoletana. Non si sa neanche godere»
Il giornalista Italo Cucci è intervenuto a Radio Crc, radio partner del Napoli. Cucci ha parlato anche del Napoli di Conte e della sua preferenza per Italiano:
«Italiano meglio di Thiago Motta ma è il pubblico di Bologna che fa la differenza. Ci hanno negato un altro rigore contro la Juventus! È un’abitudine bolognese perdere contro i bianconeri. Il calcio all’italiana è il mio calcio. Antonio Conte è un vincente. Conte o Italiano? Vincenzo Italiano».
Leggi anche: Di Canio: «Conte è un Re Mida, è primo con un centravanti che ha segnato nove gol su azione»
Di seguito le sue parole:
«Il Bologna di Vincenzo Italiano ha persino fatto meglio di quello di Thiago Motta. C’è, però, una componente della squadra che è il dodicesimo uomo in campo e che è fuori da ogni retorica, ovvero il pubblico. Più di una volta è capitato che in campo non giocasse nemmeno un italiano, eppure i ragazzi sembravano più che nati in questa città. Bologna è un ambiente straordinario, d’altronde è la città di Lucio Dalla e di Gianni Morandi».
«Domenica in occasione della partita tra Bologna e Juventus non volevo fare il tifoso. Dal primo momento ho sempre detto di tifare fieramente per il Bologna e sono più di cinquant’anni che scrivo di calcio. Di nuovo, però, ci è stato negato un rigore contro la Juventus».
«È un’abitudine tutta bolognese quella di perdere contro la Juventus. L’ultima gara casalinga vinta dal Bologna contro i bianconeri risale a 27 anni fa e fu un 3 a 0 clamoroso. Tutti ci chiediamo come mai non si vince mai contro di loro, la risposta è semplice: deve essere successo qualcosa fra la società bianconera e quella emiliana».
«Nel corso della mia carriera io sono stato molto vicino ai due ex presidenti del Bologna, ovvero Luciano Conti, che poi divenne il mio editore al Guerin Sportivo, e Giuseppe Gazzoni. Entrambi mi raccontavano che in occasione della partita tra Juventus e Bologna venivano invitati a cena dall’avvocato Agnelli».
«Conti mi diceva che non mangiava niente poiché si trattava di una cena spartana, Gazzoni era un nobile, invece. Un giorno gli dissi: “Siete stati invitati 6 volte a cena e per 6 volte siete tornati sconfitti, ma statevene a casa”. Andavano a rendere omaggio al principe Agnelli e poi si prendevano la batosta la domenica».
«Io preferisco il gioco all’italiana poiché è anche il mio calcio. Vincenzo Italiano ci ha dimostrato domenica sera che il suo possesso palla non era un tiki taka, ma un crescente movimento difensivo che si basava sulla tenuta di palla per impedire che l’avessero gli avversari come una forma di difesa ad oltranza».
«La polemica sul gioco di Antonio Conte è tutta napoletana. Non si sa neanche godere, non capisco perché si sia aperta questa vena di tristezza tra il popolo partenopeo. Detesto Antonio Conte personalmente ma è un vincente assoluto. Molti dicono che i giocatori sono distrutti dal lavoro, ma è il lavoro che vince e non ci sono altre situazioni che ti possono dare la brillantezza».
«Inter-Barcellona? È una partita sovranista, chi se ne frega. Non ho mai fatto l’ipocrita, ogni volta ho sempre tifato per le italiane».
«Ivan Zazzaroni è mio figlio, me lo disse suo padre, poiché dalla mattina alla sera parliamo di calcio. È una vita che ci facciamo almeno una telefonata al giorno. Antonio Conte o Vincenzo Italiano? Italiano!»