«Che tristezza Klopp dietro una scrivania. Ma a lui sta bene così»: il Times non se ne fa una ragione

Uno così, uno che sfondava la quarta parete, s'è dato alla dirigenza. E' un gran peccato, per il quotidiano londinese

Klopp

Liverpool's German manager Jurgen Klopp addresses a press conference on March 6, 2024 in Prague on the eve of the UEFA Europa League football match between Liverpool and AC Sparta Prague. (Photo by Michal Cizek / AFP)

“Dicevano che avrebbe lasciato un vuoto; invece, ha lasciato una squadra”. Ma al Times un vuoto, Klopp, l’ha lasciato per davvero: gli manca, il tecnico tedesco. Il Liverpool ha vinto la Premier ma non è la stessa cosa. E il quotidiano londinese gli dedica un pezzo di lunga analisi, che però tradisce uno sconcerto: che ci fa dietro una scrivania uno così?

“Mentre Sir Alex Ferguson e, in misura minore, Arsène Wenger hanno in eredità un club antropizzato, svuotato dalla loro assenza, Klopp ha lasciato ad Arne Slot gli ingredienti per un impero del Liverpool”. Klopp è “presente nello spirito ma non nella realtà”.

Klopp ha sempre infranto la quarta parete, profondamente consapevole che al di là dei semplici risultati e delle prestazioni, e non meno importante, era il modo in cui queste cose venivano inquadrate, raccontate e intrecciate nel tessuto della storia”. “Compirà 58 anni il mese prossimo e a febbraio la sua vita dopo il calcio, dal momento in cui è passato da riserva del Mainz a allenatore, raggiungerà i 25 anni, in gran parte gloriosi. E ovviamente, Klopp ha un lavoro. E’ responsabile globale del calcio della Red Bull. A questo punto del suo nuovo incarico, appena sei mesi dopo aver preso confidenza con il concetto di scrivania, è prevedibile che Klopp stia ancora cercando di comprendere il vasto apparato della Red Bull e il suo ruolo al suo interno, senza ancora esercitare una profonda influenza sulle sue sorti”.

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“Klopp è in costruzione. Klopp è la risorsa più invidiabile che la Red Bull abbia. Il lavoro della sua vita è stato quello di migliorare i giocatori e formare le squadre. Ma ora è fermamente impegnato nel suo ruolo dirigenziale”. Ma soprattutto “sembra completamente soddisfatto del suo ultimo capitolo”.

“Klopp ha scelto il suo ruolo attuale deliberatamente, sapendo di poter ricoprire praticamente qualsiasi ruolo calcistico desiderasse, perché lo considera la sua migliore possibilità di realizzare qualcosa di interessante per completare la sua vita nel calcio. Perché gli piace l’idea di lavorare su un progetto più ampio e strategico, in cui può plasmare non solo il modo di giocare di una singola squadra, ma anche sperimentare idee su reclutamento, sviluppo dei talenti, metodi di allenamento e formazione degli allenatori. Si può opporsi al modello multi-club, pur comprendendo l’attrattiva, per un costruttore di cultura calcistica, di cercare di progettare una cultura vincente in diverse squadre in diversi paesi, all’interno di un’organizzazione che ha già ottenuto successi in altri sport”.

 

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