Ai microfoni della Cnn: «Credo al 100% che Jannik sia innocente e non abbia ricevuto un trattamento diverso rispetto a un’altra persona»

La classe non è acqua, e Rafael Nadal ne ha da vendere. L’ha dimostrato per l’ennesima volta, mentre Kyrgios si è reso protagonista dell’ultima uscita improbabile. Durante un’intervista concessa ai microfoni della Cnn, il 22 volte campione slam ci ha tenuto a confermare la sua totale fiducia al ‘nostro’ Jannik Sinner, rimandando al mittente le accuse secondo cui l’azzurro avrebbe ricevuto un trattamento di favore nel controverso “caso clostebol”.
Le parole di Nadal su Sinner
«Prima di tutto credo al 100% che Jannik Sinner sia innocente. Non penso affatto che volesse fare qualcosa di illecito, quindi gli credo completamente», ha sottolineato il maiorchino. «Dal mio punto di vista, non credo davvero che Jannik, essendo il numero 1 al mondo, abbia ricevuto un trattamento diverso rispetto a un’altra persona. Questa è la mia opinione in base a quello che ho compreso della questione. Ho molta fiducia nel processo, sono 20 anni che mi sottopongo a tutti i test, so come le cose siano rigorose in ogni singolo movimento», ha aggiunto Nadal.
Incalzato sul tema, Rafa ha infine ribadito il concetto sottolineando: «Non posso dire altro e non la posso pensare diversamente, perché altrimenti dovrei iniziare a considerare che non siamo in un mondo giusto. Ma credo davvero che lo siamo sotto questo aspetto». Lo ricordiamo, Nadal aveva già difeso pubblicamente Jannik in svariate occasioni. Ma stavolta il suo supporto assume un valore particolare, dopo le rivelazioni dell’altoatesino ieri sera al Tg1 (ve le proponiamo di seguito).
Sinner: «Ho pensato di lasciare il tennis. Doping? Non è vero che sono un privilegiato» (risposta alla Pellegrini)
Dice Sinner che “Sì, ho pensato di lasciare il tennis“. “Mi ricordo, prima degli Australian Open, che ero in un momento non felicissimo. Ho detto ‘c’è ancora quel caso di doping’, e a fine anno ho detto ‘ok, è passato quest’anno, vediamo l’anno prossimo, vediamo com’è la situazione’. Ma poi arrivo lì in Australia e non mi sentivo proprio a mio agio, mangiavo e i giocatori mi guardavano in modo diverso, non mi piaceva proprio, e lì ho pensato che era pesante vivere il tennis in questo modo, ero diverso“.
Ma poi al Tg1 il numero 1 del tennis mondiale dice anche altro. Il topic della lunghissima intervista esclusiva concessa al direttore è ovviamente il doping: “Ognuno ha gli stessi protocolli e quando è positivo gli stessi percorsi da fare, nessuno ha trattamenti diversi anche se io ho ricevuto critiche. Invece non sono stato trattato in modo diverso, perché ho dovuto subire molte audizioni e mi hanno controllato forse più degli altri. Dipende da come si vedono le cose”.
“Il giorno in cui ho saputo delle contaminazioni da clostebol? Non ho proprio capito cosa era successo, mi hanno dovuto spiegare tutto e l’ho dovuto accettare. Abbiamo saputo subito dove erano avvenute le contaminazioni ma ho fatto fatica ad accettare questi tre mesi di squalifica perché non ho fatto niente, non capivo perché dovevo pagare questo prezzo. Poi il mio avvocato mi ha fatto capire cosa avremmo rischiato”.
Sinner e la scelta di vivere (e pagare le tasse) a Monte Carlo
“Ognuno è libero di dire quello che vuole ed è libero di giudicare, per me è importante che io so cosa è successo e cosa ho passato da innocente. Non lo auguro a nessuno“, ha poi detto in riferimento alle critiche ricevute da altri sportivi, i colleghi ma anche Federica Pellegrini.
Una nota sull’altra polemica che lo perseguitava prima che spuntasse il caso doping: a Monte Carlo “si sta sto proprio bene”, e la tassazione non c’entra. “Mi sento a casa. Le persone che vivono qua sanno chi sei ma non sono invadenti. Se non fossi qua non saprei proprio dove andare per allenarmi, qui hanno tutto, campi in terra e in cemento, palestre straordinarie, clima incredibile e tanti giocatori con cui allenarsi. Vivere qui è perfetto, per un tennista”.