A La Stampa sulla crescita della F1: «Il lancio del film sulla F1 a giugno ci porterà in un’altra dimensione. Imola? Non lo escluderei del tutto»

Stefano Domenicali, al vertice della F1 almeno fino al 2029 come presidente e amministratore delegato del Formula One Group, ha rilasciato un’intervista a La Stampa. Il successo della F1 è anche merito suo.
Domenicali: «Il lancio del film sulla F1 a giugno ci porterà in un’altra dimensione»
Domenicali, qual è il segreto?
«Cercare di essere rilevanti».
Ovvero?
«Stare attenti a quanto succede attorno al mondo. Provo a utilizzare la F1 come veicolo più ampio rispetto a quel che sembra, pur mantenendo ovviamente le corse al centro di tutto: oggi una competizione sportiva non compete solo con altre competizioni sportive, il pubblico nuovo è attento ai contenuti, a modalità di comunicazione che devono essere diverse da Paese a Paese e da generazione a generazione».
Come si attrae nuovo pubblico?
«In continuità con quanto fatto con i social e con Netflix (secondo una ricerca Nielsen, un quarto dei nuovi appassionati ha scoperto la F1 con la serie Drive to survive, ndr), il prossimo passo sarà il lancio del film, a metà giugno. Ci porterà in un’altra dimensione, sarà qualcosa di straordinario soprattutto per chi non conosce la F1. Poi starà a noi lavorare per tenere agganciati quelli che si avvicineranno così».
Da grande ex, team principal dell’ultimo titolo costruttori (2008), vede la Rossa da Mondiale?
«Premetto che non mi permetterei mai di dare consigli o giudizi. So che c’è molta pressione e cosa vuol dire, ma la Ferrari ha l’opportunità di essere protagonista: mai come quest’anno i dettagli fanno la differenza, si tratta di trovare il modo per farli andare nella giusta direzione, di reagire se non si è davanti».
I baby, Antonelli in testa, sono campioni anche di comunicazione.
«Uno dei successi della F1 è aver capitalizzato questo nuovo modo di comunicare, a cui i giovani sono più sensibili. Vedono modelli da emulare».
Le è piaciuto Kimi finora?
«Ha dimostrato il suo valore ma ha 18 anni e non mettiamogli più pressione di quella che già ha, lasciamo maturare. C’è bisogno di piloti italiani protagonisti».
Lo vedrebbe bene in Ferrari?
«Sarebbe bello ma credo che Toto Wolff non sarebbe d’accordo… Kimi è un ragazzo straordinario, ha una famiglia speciale. Vederlo arrivare nel paddock di Melbourne tenendo per mano la sorellina è stato incredibile».
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A proposito di Italia: davvero Imola uscirà dal calendario?
«Con Monza c’è un accordo pluriennale (fino al 2031, ndr), con un programma di sviluppo di infrastrutture che è fondamentale, perché un conto è rispettare la storicità di un Gp e un altro il rischio che sembri vecchio. Quanto a Imola, non dimentichiamo che sono stati i primi a farsi avanti in tempi di Covid, d’altra parte dobbiamo fare i conti con una richiesta mondiale e avere due gare nello stesso Paese, in Europa, è sempre più difficile. Non lo escluderei del tutto però».