Il tecnico non è mai stato un grande amante delle rotazioni. Il Napoli è ultimo in Serie A per sostituzioni fino al 75esimo minuto

Conte il primo anno alla Juventus vinse lo scudetto con tredici calciatori (Gazzetta)
Antonio Conte non è mai stato un grande amante delle rotazioni: in campo va sempre la formazione migliore, quella che dà più garanzie. E soprattutto nelle stagioni senza impegni infrasettimanali, è importante avere un’ossatura ben definita per avere un’identità forte e riconoscibile. E su quella costruire un cammino vincente.
Il Napoli è ultimo in A per cambi effettuati entro il 75’ (appena 32). L’Inter ne ha fatti 40 in più (72). E l’Atalanta è ancora più distante, con 74 cambi. Le due nerazzurre hanno rose più profonde, tanti possibili titolari. Conte, invece, sa trarre il meglio dal materiale che ha, fa sentire tutti centrali nel progetto, anche chi gioca meno. Un valore aggiunto enorme, che ha fatto la
differenza anche alla Juve e all’Inter.
Al primo anno in bianconero, senza coppe, Conte centrò lo scudetto con appena 13 giocatori oltre i 1000 minuti giocati nell’intero
campionato. È un avviso al campionato: “Yes we can”. Anche se in pochi, anche senza un mercato top. Conte e il Napoli sono in
missione: provate a fermarli.
Conte ha cambiato la politica gestionale di De Laurentiis: la cessione di Kvaratskhelia compensa le perdite (Calcio e Finanza)
Alla fine dei conti… è una questione di conti. Il Napoli ha chiuso la sessione di mercato di gennaio con Okafor al posto di Kvaratskhelia e un discreto malcontento generale. Ma, appunto, è una questione di bilanci. De Laurentiis non era impazzito questa estate. Lo scrive anche Calcio e Finanza in un’analisi su tutta la gestione complessiva di De Laurentiis, firmata Fabrizio Vettosi.
In questa stagione “la mancata partecipazione alla Champions League andrà a fare diminuire i ricavi, mentre aumenteranno i costi legati agli investimenti estivi e all’arrivo di Antonio Conte in panchina. Quest’ultimo ha portato ad un cambio di paradigma rispetto al passato con un mutamento radicale: gli investimenti hanno raggiunto il picco massimo nell’era De Laurentiis e sono stati fatti per calciatori “maturi” (cioè prevalentemente nella fase di pieno potenziale), con un età media in rialzo di quasi due anni rispetto alla squadra che vinse lo scudetto nel 2022/23″.
“I ricavi in calo di 82 milioni, con maggiori stipendi per quasi 22 milioni e maggiori ammortamenti per 46 milioni portano così a una perdita operativa stimata in 135 milioni di euro. Le plusvalenze, tuttavia, a partire dalla cessione di Kvicha Kvaratskhelia al PSG, dovrebbero sostanzialmente mitigare la perdita operativa prevista per il 2025, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 55 milioni secondo le stime (rispetto a un patrimonio netto al 30 giugno 2024 pari a 211 milioni)”.