A Le Figaro: “Mia figlia si incazza come me, quando non riesce ad afferrare un oggetto perché è troppo piccola, inizia a urlare e a lanciarlo via”
Daniil Medvedev ha chiuso il 2024 senza nemmeno un titolo, se non quello mediatico di vittima preferita di Sinner. E’ la prima volta che gli succede dal 2018. Ha perso 8 delle ultime 9 partite contro Sinner e 6 delle ultime 7 contro l’Alcaraz. E lui stesso, intervistato da Le Figaro, ammette che, molto semplicemente, “quei due sono più forti”.
“Non è facile conviverci e non sarà facile. Dobbiamo ancora progredire perché loro in questo momento sono più forti di me, questa è la realtà. Giocano molto bene e lo dimostrano quasi ogni settimana e non solo contro di me. La realtà è che, anche al mio apice, ho perso contro Sinner. Se voglio vincere ancora grandi titoli devo essere migliore contro di loro. Quest’anno ci sono state partite in cui contro di loro non è andata male, altre in cui è andata molto meno bene. Ma, alla fine, ho perso”.
Detta così è un po’ avvilente… Sembra che non ci siano soluzioni. “È un mix che devi trovare perché non puoi semplicemente giocare a tennis aggressivo contro un giocatore come Sinner. Tutti ci hanno provato, ma non funziona così, bisogna fare tutto un po’ meglio. E pensare che nel tennis tutto è possibile, ecco perché amiamo così tanto questo sport ed è per questo che mi alleno duramente”.
Medvedev parla e scherza sul suo “personaggio”. “Ci lavoro da molti anni, e sto migliorando molto, ma quando diventi più famoso, tutte le tue azioni vengono esaminate dalle telecamere, e quindi tutto quello che fai che non è altrettanto buono viene trasmesso ovunque, e peggiora. Ma, in effetti, ho meno rabbia rispetto a qualche anno fa. Poi non mentirò dicendo che il mio comportamento è stato perfetto quest’anno. Ho avuto molti momenti di rabbia in campo e ho rotto le racchette. Spesso sono stato deluso da me stesso. Ero molto stanco per tante cose e non sapevo come comportarmi meglio in campo”.
Ma “vedere mia figlia mi ha reso meno triste dopo certe sconfitte. Ti aiuta e cambia tutto nella tua vita, ed è normale, è uguale per tutti, per alcuni ancor più di altri. Essere padre significa vivere tante emozioni che credevo di non poter provare. Richiede molto da te e ti fa crescere come uomo. Aiuta in campo? Non lo so. Guardando mia figlia, a volte mi chiedo se il lato arrabbiato non è genetico (sorride). Sui dettagli mi dico che è un po’ come me sul campo. Quando non riesce ad afferrare un oggetto perché è ancora troppo piccola, inizia a urlare e a lanciarlo o a mostrare il suo disappunto. Dà il massimo in ogni caso”.
È rimasto sorpreso da Murray-Djokovic? “È una sorpresa totale. Uno dei miei amici mi ha raccontato la notizia e all’inizio mi sono chiesto se fosse uno scherzo. Sono stati rivali, ma anche amici, e sarà interessante vedere come funzioneranno le cose tra questi due grandi campioni. Come tutti gli altri amanti del tennis, esaminerò attentamente questa associazione e vedrò dall’interno come funziona. Se mi alleno con Novak avrò un occhio molto curioso sui dettagli dell’allenamento. Poi, in una partita, sarei molto sorpreso di vedere Andy (Murray) arrabbiarsi con Novak, come quando in campo inveiva contro i suoi allenatori”.