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Parthenope piace al pubblico (3,5 milioni di incassi) non ai critici. Il Guardian: autoparodia di Sorrentino

“Due ore di pubblicità di un’acqua di colonia incredibilmente costosa”, scrisse il quotidiano dopo il festival di Cannes.

Parthenope piace al pubblico (3,5 milioni di incassi) non ai critici. Il Guardian: autoparodia di Sorrentino
foto di Gianni Fiorito

Parthenope” il nuovo film di Paolo Sorrentino è nelle sale cinematografiche italiane dal 24 ottobre. E sta andando benissimo al botteghino. Ha raggiunto 3,5 milioni di incasso, venerdì è stato il film più visto in Italia. [aggiornamento, dopo sabato gli incassi sono saliti a 4 milioni].

Il Guardian con Peter Bradshaw ha stroncato il film a maggio, dopo la presentazione al Festival del Cinema di Cannes.

Bradwshaw scrive che:

Paolo Sorrentino, da oltre 20 anni uno dei registi più vivaci e caratteristici, sfiora l’autoparodia con questo nuovo film che annuncia presuntuosamente la propria bellezza in ogni momento e alla fine scivola in un torpore elegiaco non meritato. È un esercizio di stile, con molte bellezze in bikini e immagini languide. Ci sono alcuni tocchi esotici e anche se i movimenti della macchina da presa sono meno iperattivi e spigolosi rispetto ai suoi primi lavori, questo non è necessariamente indice di una nuova maturità; meno fronzoli potrebbero semplicemente rivelare qualcosa di piuttosto semplice”.

Bradwshaw poi ripercorre la trama del film:

Siamo in una Napoli perennemente assolata e Parthenope, interpretata da Celeste Dalla Porta con un immutato sorriso da Gioconda, è una giovane donna proveniente da un ambiente napoletano benestante e perseguitata da un tragico incidente del passato, quando i suoi due fratelli maggiori erano entrambi ossessionati dalla sua bellezza. Ora è destinata forse a diventare un’antropologa accademica, poiché il suo professore (Silvio Orlando) è profondamente colpito dalla sua brillantezza intellettuale. Lui stesso è un uomo timido e divorziato che vive con il figlio, che non si vede e che evidentemente ha una qualche malattia importante. Tuttavia, quando Parthenope finalmente posa gli occhi su questo figlio e reagisce con estasi spirituale, è uno dei momenti di sub-magia-realismo più fatui del film“.

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L’alternativa di Parthenope alla carriera accademica è la recitazione. Perciò si avvicina a una star in pensione come Norma Desmond, diventata insegnante di recitazione, Flora Malva (Isabella Ferrari), la cui bizzarra eccentricità la allontana, così come l’arroganza e la disillusione di una vera star napoletana, Greta Cool (Luisa Ranieri), che torna nella sua città natale per insultarne gli abitanti. Forse il destino di Parthenope è quello di essere un’esteta, una devota della bellezza, soprattutto della propria, e ha un incontro importante con il suo scrittore preferito, John Cheever – ubriaco, depresso e divertente, interpretato in un cameo da Gary Oldman. Tuttavia, con il suo sviluppo emotivo paralizzato da questa tragedia familiare della sua adolescenza, chi è l’uomo che può soddisfarla sentimentalmente? Forse l’odioso vescovo di San Gennaro (Peppe Lanzetta), che ogni anno presiede al miracolo del sangue sciolto ed è oggetto delle ricerche antropologiche di Parthenope”.

“Parthenope” racconta una storia artificiosa

Bradwshaw conclude:

“È un film che continua a sottolineare la propria presunta ricchezza e profondità, ma non è chiaro se questa storia artificiosa ne abbia davvero molta, e la qualità assurda e onirico impedisce l’ordinario investimento emotivo necessario per commuoversi di fronte all’apparizione di Parthenope come donna anziana nel finale. Certo, il modo di girare di Sorrentino sarà sempre intrigante ed esilarante. Tuttavia, Parthenope fluttua semplicemente in modo compiaciuto sullo schermo, come una pubblicità di due ore per un’acqua di colonia incredibilmente costosa”.

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