ilNapolista

Storia delle scarpe da calcio, dalle origini ad oggi

Erano scarponi pesanti che pesavano quasi 500 grammi, poi nel 1949 Adolf Dassler brevettò i tacchetti di gomma regolabili e svitabili

Storia delle scarpe da calcio, dalle origini ad oggi
Gc Genova 04/08/2012 - amichevole / Sampdoria A-Sampdoria B / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: tacchetti ferro scarpe da calcio

L’ex arbitro Casarin, sulla Gazzetta, ha parlato di un tema legato alla sicurezza e alla salute dei calciatori. E questo tema passa anche per la qualità e le caratteristiche delle scarpe da calcio che nel corso degli anni sono molto cambiate e sono diventate, a suo dire, più leggere e meno protettive.

Proviamo a capire come sono nate e sopratutto come si sono evolute.

La storia delle scarpe da calcio

Tra le scarpe sportive più tecniche, le scarpe da calcio sono tra le più vendute. Ovviamente sono scarpe che si possono usare solo per giocare a calcio, dato la loro particolarità, e di certo non con un paio di jeans e camicia come si può fare invece con scarpe da corsa o  da basket. Proprio per questo aspetto così tecnico, le scarpe da calcio si sono evolute in maniera significativa.

Alle origini del calcio non esistevano scarpe progettate appositamente per il gioco: i calciatori indossavano calzature “normali”. Le prime scarpe specifiche, dotate di tacchetti, furono prodotte alla fine dell’Ottocento. La prima menzione di scarpe specifiche per il gioco del calcio risale addirittura al Cinquecento. Le scarpe da calcio, infatti, compaiono in un elenco di capi d’abbigliamento in possesso del re di Inghilterra Enrico VIII. All’epoca, però, per calcio si intendeva un gioco molto diverso e molto più violento dello sport attuale.

Queste scarpe servivano per giocare nei giardini reali inglesi dove il calcio era praticato. Anche se il pallone era molto diverso da quello che usiamo oggi. Il calcio si è diffuso prima nel Regno Unito, poi nel resto del mondo: sono stati gli inglesi a farne uno sport vero e proprio. Nell’800, con la diffusione del calcio – in attesa della sua esplosione come fenomeno nel Novecento – le scarpe subirono lente evoluzioni.

Nella sua forma moderna, il calcio è nato nella seconda metà dell’Ottocento in Inghilterra e solo verso la fine del secolo furono prodotte le prime calzature specifiche per il gioco, che montavano i tacchetti per consentire ai calciatori di “aderire” meglio al terreno ed evitare di scivolare. Le scarpe dell’epoca, però, erano molto diverse da quelle attuali: erano realizzate in pelle animale, erano alte fino a coprire la caviglia e pesavano circa 500 grammi.

Agli inizi del Novecento si passò ai tacchetti in cuoio, ai rinforzi in punta con strato in cuoio e ad alzare il gambetto sopra la caviglia. Asciutte pesavano più di mezzo chilo e con la pioggia o il terreno bagnato arrivavano al doppio peso. Il mercato offriva vari tipi di calzature da calcio già nel 900. Erano molto basse, con suola in cuoio a sei chiodi, ma non era sufficiente, bisognava ridurre il peso per acquistare velocità e migliorare la presa dei chiodi. Cominciò così l’abbandono di alcuni materiali tradizionali, che vennero sostituiti con quelli artificiali che tuttora si dimostrano più sicuri ed efficienti.

Grazie all’aumento della popolarità del calcio, nacquero aziende specializzate nella produzione di calzature per il gioco tra cui la Gebrüder Dassler Schuhfabrik fondata in Germania dai fratelli Adolf (Adi) e Rudolph Dassler. Proprio Adolf, brevetta i tacchetti di gomma regolabili e svitabili che nel 1954 rivoluzioneranno il mondo delle scarpe da calcio. Quando i due fratelli si separarono, dando vita Adolf alla Adidas e Rudolph alla Puma, l’evoluzione proseguì più veloce, spinta anche dalla concorrenza.

Ai mondiali del 1954 le scarpe da calcio fanno la loro prima ufficiale apparizione. Negli anni ’60 e ‘70 Adidas si affermò come leader del mercato, al punto che ai campionati mondiali del 1966 fornì le scarpe al 75% dei partecipanti. Anche Puma, però, lanciò un modello di successo, le Puma King, che nel 1970 furono indossate dal “re” del calcio: Pelé. Nel 1977 in Italia vengono prodotte le prime scarpe da calcio colorate (ora sono la norma, mentre prima erano tutte o nere o marrone cuoio).

Maradona scarpe calcio

Bildnummer: 01596899 Datum: 05.06.1986 Copyright: imago/Colorsport Diego Armando Maradona (Argentinien)

Adidas dominò il mercato anche negli anni ‘80, pur dovendo affrontare ancora la concorrenza di Puma che riuscì a far indossare le sue scarpe a Maradona ai campionati mondiali del 1986, e quella di altri produttori. Come la Nike, fondata nel 1971 ma affermatasi sul mercato del calcio professionistico due decenni più tardi. L’azienda americana si mise in luce ai mondiali di Francia del 1998, durante i quali il brasiliano Ronaldo, il calciatore più famoso del momento, indossò il modello Mercurial Vapor. Anche Adidas rinnovò la produzione e lanciò sul mercato nuovi modelli, che montano inserti di gomma per rendere più preciso l’impatto del piede con il pallone.

Le scarpe da calcio infatti sono scarpe che devono aderire bene al terreno ma che devono consentire anche un buon controllo del pallone. Per quanto belle – e i calciatori ci tengono all’estetica, come sappiamo – è fondamentale che siano perfette dal punto di vista tecnico.

Le caratteristiche tecniche e funzionali delle calzature sportive possono essere determinate con la massima precisione in fase di progetto, in relazione alle specifiche tipologie di utilizzazione previste. Nella fase di progettazione devono essere valutate e tenute nella debita considerazione due condizioni:
– garanzia delle esigenze tecniche di qualità e affidabilità;
– esigenze di carattere estetico richiesto dall’evoluzione della moda.

Scarpe da calcio

foto Massimiliano Vitez/Image Sport

La traspirabilità è un requisito fondamentale per ottenere una buona calzatura con una buona calzabilità, soprattutto se destinata allo sport. Durante l’attività sportiva il piede suda ed è necessario che il sudore riesca a traspirare, così come è necessario che la calzatura si asciughi, nella fase di riposo, in tempi relativamente brevi. Il processo tradizionale di progettazione e produzione della scarpa da calcio si è via via affinato, seguendo indicazioni personali. A ogni sportivo la sua calzatura. C’è chi la preferisce leggera e flessibile, chi stabile e confortevole, chi sostenuta, mentre qualcun altro punta sulla capacità di ammortizzare i colpi e chi, invece, preferisce una calzatura che aiuti il rimbalzo del piede. E ci sono in circolazione calzature troppo rigide, o che ammortizzano così poco i colpi da essere dannose per le articolazioni (come ha detto Casarin).

Oggi le scarpe hanno anche un valore estetico, per cui bisogna sbizzarrirsi in calzature variopinte con intarsi di colori che richiedono doppi e tripli spessori. Tutto ciò va a danno delle esigenze anatomiche ma soddisfa i gusti del momento. Perciò sono nate suole con l’anima in gommaschiuma, lattice, poliuretano, e varie altre composizioni particolari che hanno lo scopo di addolcire l’impatto con il terreno rigido. Calzature troppo leggere rischiano di deformarsi presto, mentre scarpe pesanti sono più fastidiose per chi deve scattare da un punto all’altro del campo. Le suole devono essere piuttosto resistenti all’abrasione, con un buon potere di aderenza, che non è solo il risultato di una mescola indovinata ma anche di dettagli nel disegno che non sono casuali come spesso può sembrare.

 

ilnapolista © riproduzione riservata