Da Marca. Oltre tre anni lontana da casa, Julija Pogacar (13 anni) e sua madre attirate da una setta: «Promettono astronavi che le porteranno su un altro pianeta»

Tadej Pogacar, il campione sloveno del ciclismo mondiale, ha rilasciato un’intervista al quotidiano sportivo Marca in cui, tra le altre cosa, ha lanciato un appello delicato. Tadej ha infatti chiesto a chiunque avesse informazioni sulla sua cuginetta di farsi avanti. Infatti, ormai da più di 3 anni, la cuginetta di Pogacar, Julija, è scomparsa insieme alla madre e, secondo l’Interpol, ci sarebbe di mezzo una setta. Di seguito le parole del campione.
Pogacar: «La mia cuginetta Julija è scomparsa!»
La piccola Julija ora ha 13 anni, è scomparsa dal 3 novembre 2021. 1.088 giorni lontana da suo padre. Adesso è tra le persone scomparse cercate dall’Interpol. Già su Instagram Tadej aveva scritto:
«Aiuto! La mia cuginetta Julija è scomparsa!».
Secondo il padre di Julija, Peter Pogacar, sua moglie e sua figlia si sarebbero allontanate attirata da una setta. “Sia Julija che sua madre, Melisa Smrekar, precedentemente nota come Natasa Brumen (la madre aveva una doppia identità, ndra), sono ufficialmente scomparse e ricercate dall’Interpol”.
Dalle prime indagini è emerso che mamma e figlia si sono allontanate portando con loro solo passaporti e documenti d’identità. A dare una mano per la fuga è stata una coppia, Anka e Luka Ule. «Quando la polizia ha fatto visita ai loro parenti, hanno contattato telefonicamente Anka e Luka e sono riusciti a localizzarli. Tuttavia, quando è stato detto loro che la polizia li stava cercando in relazione alla scomparsa della ragazza Julija Pogacar , hanno negato il loro coinvolgimento e hanno subito spento tutti i loro apparecchi, compresi i cellulari. Da allora sono irraggiungibili».
Il rapimento di Julija sembra, quindi, legato a una setta guidata da una sedicente sacerdotessa, Lana Praner. Si tratta di «una persona altamente manipolatrice che ha distrutto molte famiglie convincendo i suoi seguaci a prendere le distanze dai loro parenti più stretti», come spiega il cugino di Pogacar.
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La Praner, visto l’importanza mediatica che il suo movimento stava acquisendo, ha scelto di allontanarsi dalla Slovenia. Adesso si dice si trovi nelle Azzorre, sull’isola di São Miguel. Il cugino di Pogacar spiega:
«Negli ultimi quattro anni, molti dei suoi seguaci hanno preso la stessa decisione. Hanno lasciato tutto alle spalle (famiglie, lavoro, casa) e hanno seguito Lana Praner. Ora, circa 50 di loro vivono a São Miguel, la maggior parte di loro poveri e in difficoltà perché hanno donato la maggior parte dei loro risparmi a Lana Praner, che vive uno stile di vita lussuoso a loro spese. Promette loro che saranno i prescelti e che le astronavi verranno a prenderli, portandoli su un pianeta dove potranno continuare a vivere, mentre coloro che rimarranno sulla Terra moriranno. Una delle seguaci era anche la signora Andrejka Anderli, che seguì Lana alle Azzorre ma presto si rese conto che Lana Praner era una truffatrice, una bugiarda e una manipolatrice. Lei è riuscita a tornare in Slovenia e poi mi ha contattato perché voleva aiutarmi nella ricerca di mia figlia Julija».
Le ultime notizie su Julija e sua madre
La polizia è pure arrivata a parlare con Lana Praner. Quando però “ha scoperto che la polizia stava cercando i quattro fuggitivi (i coniugi Ule, Julija e sua mamma) nonostante sapesse esattamente dove si trovassero, ha deciso di tagliare ogni legame con loro per proteggersi. Contattata dalla polizia, li ha reindirizzati in Croazia, sostenendo che Melisa e Julija erano lì“.
Adesso la polizia sospetta che mamma e figlia si trovino nella Spagna nordoccidentale. C’è anche l’indizio di una lettera spedita dalla mamma di Julija nel dicembre 2022 con un francobollo spagnolo.
Per Peter Pogacar una delle cose più gravi è «il fatto che Julija non va a scuola e non ha accesso alle cure mediche, perché questa setta è fermamente contraria alla scolarizzazione e crede che tutti i medici siano agenti pagati che lavorano per il governo per uccidere le persone. Posso solo sperare che in questi tre anni non sia stato causato alcun danno irreversibile al suo sviluppo fisico e mentale».