A casa sua sequestrati 40mila euro in contanti. Trovati anche sette coltelli, tre tirapugni, uno sfollagente telescopico e un taser
Nel blitz di ieri che ha portato all’arresto di 19 persone per le indagini sugli ultras di Inter e Milan, è stato perquisito anche Emis Killa.
Il rapper, all’anagrafe Emiliano Rudolf Giambelli, non compare negli atti per rapporti con Luca Lucci, capo degli ultras rossoneri, ora in carcere; così come Fedez, che avrebbe chiesto a Lucci come sponsorizzare la sua bevanda Boem.
Emis Killa perquisito per l’inchiesta ultras
A Bernaggio in Brianza, dove risiede Emis Killa, sono stati trovati e sequestrati 40mila euro in contanti, sette coltelli, tre tirapugni, uno sfollagente telescopico e un taser.
Per il momento non è tra gli indagati; si legge negli atti: sono emerse le ambizioni imprenditoriali di Lucci: il suo ruolo di capo della Curva Sud gli ha consentito di tessere, soprattutto con noti artisti italiani (Fedez, Emis Killa, Lazza, Tony Effe, Cancun, Guè Pequeno, ndr), relazioni di carattere lavorativo nel settore musicale. Ciò gli ha consentito di aumentare in maniera esponenziale, e con pochissimi controlli, i propri guadagni, avviando preliminari accordi tesi a gestire i concerti di tali artisti, sia sul territorio nazionale, sia internazionale, facendo leva sull’intraprendenza del suo fedelissimo Hagag Islam, già in contatto con alcuni imprenditori operativi nel settore, molti dei quali di origine calabrese.
Durante il match Milan-Torino dello scorso 17 agosto, il rapper, assieme a Lucci, avrebbe preso posto negli Sky Box. Lucci era là in virtù di un’autorizzazione rilasciata dal Tribunale di Sorveglianza, perché affidato in prova. Inoltre, Emis Killa è stato identificato, assieme ad ultras rossoneri, in un’aggressione ad uno steward a San Siro per Milan-Roma dell’11 aprile scorso. Un episodio che, scrivono i pm nella richiesta cautelare, delinea la pericolosità del tifo organizzato del Milan e conferma che lo stadio di San Siro è fuori controllo. Il rapper era presente assieme ad una quindicina di ultras ai tornelli dove è stato aggredito lo steward.