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Sciopero taxi, il 3570 di Roma: «Noi contrari ma fermi sennò i colleghi ci minacciano e aggrediscono»

A Repubblica Bittarelli della nota cooperativa romana: «Invece di scioperare per le tariffe basse, scioperano per qualcosa che non esiste»

Sciopero taxi, il 3570 di Roma: «Noi contrari ma fermi sennò i colleghi ci minacciano e aggrediscono»
An Milano 25/01/2012 - taxi / foto Andrea Ninni/Image nella foto: pensilina taxi in fila

Sciopero taxi, il 3570 di Roma: «Noi contrari ma altre volte i colleghi ci hanno minacciato e aggredito».

A Repubblica parla Loreno Bittarelli presidente della cooperativa romana del 3570. Il 3570 non ha aderito allo sciopero ma non ha comunque lavorato per paura di ritorsioni.

Che significa?

«Significa che in passato per ben due volte è successo che i nostri tassisti sono stati aggrediti e minacciati dai colleghi che hanno danneggiato i nostri veicoli. Ormai è diventata una consuetudine: anche quando non condividiamo le ragioni dello sciopero preferiamo non lavorare e fare manutenzione alle auto o il bollo della macchina».

In piazza San Silvestro, e non solo, i tassisti hanno protestato contro il governo e anche contro Uber, con cui lei invece ha stretto un accordo. Il dito è stato puntato anche contro di lei?

«Intanto vorrei dire che a me non sembra ci sia stata una grande partecipazione. Solo l’1% dei tassisti su 7800 licenze presenti  Roma era in piazza. Gli altri sono rimasti a casa».

Non si può dire però che l’astensione dal lavoro non abbia raggiunto cifre molto alte.

«Non dico questo. Il 90% dei taxi non era in strada, ma creare disagio è molto diverso da partecipare. Lo sciopero è stato contro il governo, contro Uber e contro la mia persona perché attraverso la app ItTaxi sonoriuscito a trovare un punto di equilibrio con le multinazionali, accontentando Uber, i tassisti e gli utenti. Questo dovrebbe essere un modello per la regolamentazione delle piattaforme».

I suoi colleghi protestano perché sostengono che il governo voglia deregolamentare il settore. Cosa non condivide?

«Stanno protestando contro una bozza di decreto attuativo che non hanno visto e che è ancora suscettibile di eventuali correttivi. Per assurdo contro le nuove licenze non dicono nulla».

Lei invece che ne pensa delle mille nuove licenze in arrivo a Roma?

«Siamo stati noi a sollecitare nuove licenze ma diciamo di andare per gradi, la graduatoria pubblica dura tre anni. Chiediamo di immettere 300 licenze per iniziare, vedere come va e poi aumentarle anche fino a mille se sarà necessario».

Perché aspettare se le file delle persone che aspettano i taxi sono interminabili?

«Perché servono le infrastrutture, le piazzole per la sosta, corsie preferenziali. Andare per gradi mi sembra il metodo più responsabile da adottare. Altrimenti troviamo tassisti che non sanno dove parcheggiare e si va al collasso».

Ci sono novità sulla trattativa che ruota attorno alle nuove tariffe?

«No, abbiamo una tariffa ferma da 13 anni. È assurdo i sindacati facciano sciopero contro qualcosa che non esiste ma non parlano della tariffa».

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