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Sinner rimbalza le Iene: «Ping Pong? Io con voi… no, no» (VIDEO)

Dopo l’allenamento a Monte Carlo: «Tre palline a ping pong e nessuna domanda». Il tennista: «Devo fare il trattamento, poi dopo è tardi»

Sinner rimbalza le Iene: «Ping Pong? Io con voi… no, no» (VIDEO)
Italy's Jannik Sinner attends a press conference after victory against Russia's Daniil Medvedev in the men's singles final match on day 15 of the Australian Open tennis tournament in Melbourne on January 29, 2024. (Photo by WILLIAM WEST / AFP) / -- IMAGE RESTRICTED TO EDITORIAL USE - STRICTLY NO COMMERCIAL USE --

Jannik Sinner dice “no” alle Iene. Dopo un allenamento a Monte Carlo, l’italiano ha rifiutato la proposta dell’inviato delle Iene, Stefano Corti. In un video diffuso dal Corriere della Sera si sente l’inviato delle Iene lanciare la sfida a ping pong:

«Ci hanno detto che sei super competitivo. Allora abbiam detto: “a tennis perderemmo di sicuro”. Tre palline a ping pong… Nessuna domanda, tre palline a ping pong».

La risposta di Sinner: «No, no»

Allora Corti lo incalza: «Abbiamo anche la rete dietro. Dove vuoi, quella che apri nei tavoli. Tre palline veloci»

Sinner è inamovibile: «No, no, guarda… io con voi… Poi devo fare il trattamento e tutto… Dopo il trattamento è tardi». E si avvia all’uscita.

Bertolucci: «A differenza di Sinner, Alcaraz cerca lo spettacolo e l’applauso piuttosto che il punto»

L’ex tennista Paolo Bertolucci ha parlato di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz in un’intervista a Fanpage.

«Questo Sinner non è nemmeno lontanamente parente di quello dello scorso anno. Quello era ancora un ragazzo che doveva affermarsi del tutto, aveva delle buone basi ma forse si era caricato di troppe responsabilità. Soprattutto quando ha dovuto giocare sulla terra e soprattutto a Roma dove forse voleva strafare. Invece non era ancora pronto a sopportare un peso così importante. Se andiamo a vedere, il suo rendimento top probabilmente è a livello indoor, poi perde un 5% sull’erba e sul cemento, e un 10% sulla terra. Però stiamo guardando il pelo nell’uovo».

Quanto ci mette un tennista per adeguarsi ad un cambio di superficie, passando dal cemento alla terra?

«Va valutato il fatto che Jannik ha finito domenica e ora metterà piede per la prima volta sulla terra rossa dopo Parigi dell’anno scorso: sono passati 10 mesi. Avrà pochi giorni, cinque al massimo, per adattarsi quel minimo che gli permetta di andare in campo ed esprimersi ad un buon livello. Poi vedremo cosa verrà fuori, se farà ancor più fatica visto che Monte Carlo è più lento rispetto a Roma e Parigi, ancor più rispetto a Madrid. Monte Carlo arriva troppo presto, magari troverà la condizione nei prossimi tornei. Questo è il torneo dove dovrebbe faticare di più per la pesantezza del campo, visto che ha anche piovuto fino a poche ore fa. E poi ripeto, dopo 10 mesi ha solo pochi giorni di tempo per acclimatarsi e trovare il giusto ritmo. Djokovic è due settimane che è lì che si allena. C’è grande differenza».

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