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Cannavaro: «La panchina del Napoli è un mio obiettivo, è solo questione di tempo»

A Radio Serie A: «Quest’anno era un’idea più dei media che della società. Non penso che qualcuno si sia inventato il calcio: c’è chi lo racconta meglio».

Cannavaro: «La panchina del Napoli è un mio obiettivo, è solo questione di tempo»
Db Milano 12/04/2023 - Champions League / Milan-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Fabio Cannavaro

Fabio Cannavaro sogna la panchina del Napoli. Le sue parole a Radio Serie A.

Cannavaro: «La panchina del Napoli è un obiettivo. Ora è solo questione di tempo»

«È solo una questione di tempo, so che se inizierò a fare questo lavoro mi verrà data sicuramente l’opportunità. Napoli è una squadra che tutti vorrebbero allenare gratis, ha una qualità tecnica superiore ad altre squadre. Ho sempre detto che la panchina del Napoli è un obiettivo. Quest’anno era un’idea più dei media che della società, però io vado avanti per la mia strada: non mi ha regalato mai niente nessuno, ho la testa dura e ho sempre sudato quello che ho avuto. Sento ancora il fuoco dentro, quella è la voglia che mi fa stare sereno: aspettiamo».

Sull’involuzione degli azzurri:

«La scorsa stagione c’è stato tanto lavoro da parte della società, da parte del suo allenatore e dello staff. Era una macchina perfetta. Quest’anno è entrata in un vortice di negatività che ha fatto sì che i giocatori iniziassero ad avere più dubbi che certezze. È brutto vedere a metà classifica una squadra che ha vinto l’anno prima».

Sul suo passato da calciatore:

«Ho avuto grandi allenatori: Malesani già vent’anni fa parlava di calcio moderno, quello che oggi vedi con il Manchester City o con Roberto De Zerbi. Non penso che qualcuno si sia inventato il calcio: c’è chi lo racconta meglio».

Le sue dichiarazioni a La Stampa (dicembre 2023)

Lei suggerirebbe un nuovo centrale difensivo agli azzurri. È lì la falla per la è partenza di Kim?
«Per me le lacune sono caratteriali, nel temperamento. Beh certamente un giocatore come Buongiorno del Torino mi piace molto. Ha dimostrato di avere i numeri giusti per essere un grande difensore».

Affidarsi a Garcia è stato come fare un salto nel buio?
«Da subito si è visto che non aveva lo spogliatoio in mano, anche se arrivare dopo Spalletti non era facile».

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