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Abodi su Malagò: «Quando un mandato finisce, la vita continua. Non credo agli uomini della provvidenza»

Il ministro per lo sport dà l’addio al presidente del Coni: «Al di là dei rapporti personali, cerco di non affrontare questioni che riguardano i singoli»

Abodi su Malagò: «Quando un mandato finisce, la vita continua. Non credo agli uomini della provvidenza»
An Milano 06/06/2013 - convegno su 'La responsabilita' sociale dell'Imprenditore verso il Territorio' / foto Andrea Ninni/Image nella foto:

Il ministro per lo sport Andrea Abodi è intervenuto all’evento Il Foglio Sportivo e ha parlato in merito alla scadenza del mandato del presidente Coni Giovanni Malagò (30 maggio 2025). In pratica gli ha dato l’addio.

Abodi: «Quando un mandato finisce la vita continua, non credo agli uomini della provvidenza»

Le sue dichiarazioni:

«Aldilà dei rapporti personali e della stima con Malagò, cerco di non affrontare questioni che riguardano le singole persone. Io non credo agli uomini e alle donne della provvidenza, quello che noi facciamo è a servizio e di servizio. Per cui quando un mandato finisce la vita continua e il mondo va avanti».

Il ministro e la “Carta dei doveri”

A Repubblica:

«Al momento della firma degli accordi tra club e tesserato si stabiliscono i reciproci diritti e doveri, sulla base del contratto collettivo. Ma facendo tesoro delle esperienze e della cronaca di questi anni ritengo che i contratti e i codici etici non bastino, che ci si debba soffermare maggiormente sui doveri. Mi riferisco soprattutto a “doveri comportamentali”. Una sorta di richiamo alla deontologia che si dovrà basare su cinque pilastri».

Quali sono i cinque pilastri “deontologici” che i tesserati dovranno rispettare?

«La Carta farà esplicito riferimento ai divieti di scommettere in ambito sportivo, di fare uso di ogni tipo di droga e sostanze dopanti. E, ancora, di regolare con il club in modo improprio il compenso economico e di vedere contenuti audiovisivi sulle piattaforme pirata. Il quinto pilastro sarà un richiamo a non avere comportamenti e adottare linguaggi razzisti e  discriminatori, di ogni tipo. In campo e fuori».

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