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Spalletti: «Ho provato a chiamare Juan Jesus ma ha il telefono spento»

In conferenza: «Per quello che mi ha detto Acerbi, non c’è un episodio di razzismo. Ma bisogna stare attenti ai nostri comportamenti».

Spalletti: «Ho provato a chiamare Juan Jesus ma ha il telefono spento»
Londra (Inghilterra) 17/10/2023 - qualificazioni Euro 2024 / Inghilterra-Italia / foto Imago/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti ONLY ITALY

Il ct dell’Italia Luciano Spalletti in conferenza stampa in vista delle amichevoli contro Venezuela ed Ecuador.

La conferenza di Spalletti

Un chiarimento su Acerbi:

«C’è un comunicato che noi abbiamo fatto, lì c’è il mio pensiero. Lo abbiamo deciso di fare tutti insieme. Non vorrei mai trovarmi in questa posizione qui, ma noi abbiamo la responsabilità di uno sport importantissimo per la nostra nazione. E, visto quello che è venuto fuori, dobbiamo per forza agire, anche con cose ancora da chiarire. Per quello che mi ha detto Francesco, non c’è un episodio di razzismo. Ma bisogna stare attenti ai nostri comportamenti, a tutto ciò che facciamo e diciamo. A maggior ragione quando facciamo parte della Nazionale. Sono importanti le 2 ore in campo, ma anche le altre 22 ore quando indossiamo la maglia della Nazionale. È un dispiacere enorme prendere decisioni per questi episodi qui. Bisogna stare attenti anche quando lo denunciamo un episodio così, se lo subiamo in maniera così clamorosa come è venuto fuori. Siamo tutti dentro questo caso. Ora abbiamo visto Francesco in difficoltà e per noi lui è importante. Non cambia nulla dal punto di vista della forza di squadra, ma ci dispiace dal punto di vista umano».

Ha sentito Juan Jesus?

«No, ha il telefono spento. Ho provato a chiamarlo».

Su Immobile scelta definitiva? Perché non ha chiamato Scamacca? 

«Su Ciro non prendo in giro nessuno. So che è un calciatore importante per la Lazio e la Nazionale. Sta vivendo un momento in cui non riesce a esprimere tutto il suo potenziale e io devo tenere in considerazione tutti. Scamacca per un periodo non ha giocato. Quando l’ho portato non mi è sembrato che abbia espresso il meglio di se stesso. Bisogna avere la capacità di dare subito l’impressione di essere al livello della Nazionale. Noi giochiamo la prima partita che ci può compromettere tutto. Devo avere la certezza che tutti riescano a dare subito il loro contributo. Retegui è condizione, Raspadori può fare un doppio ruolo. E poi dobbiamo prendere in considerazione qualcosa di nuovo, di continuo. Sennò sarebbe finita per noi, per esempio voglio conoscere da vicino Lucca per capire di che pasta è fatto. Le sue qualità sono importanti, mi riferisco alla sua altezza».

Le fa piacere la ritrovata continuità di Pellegrini?

«È uno di quelli che abbiamo atteso tantissimo. Non ce l’ho mai avuto a disposizione. È di alto livello, è un calciatore forte che sa fare più cose, anche metri in quantità durante la partita. Non so che cosa verrà fuori da qui a giugno, ma ci contiamo. Ha avuto dei problemi, li ha sistemati e si trova a suo agio per la qualità che vuole De Rossi».

Su Cristante e Calafiori:

«Cristante aveva bisogno di fare delle cure intense alla schiena e non andiamo a distruggere un calciatore di un club. Ha iniziato questa cura altrimenti sarebbe stato con noi. Meglio se si cura, altrimenti si sarebbe fermato ugualmente, noi stiamo ad ascoltare quello che ci dicono i calciatori. Anche Calafiori sarebbe stato con noi, ma lo lascio all’Under 21 che si sta giocando la qualificazione. Non andiamo a farci la guerra nel club Italia. Di conseguenza se Calafiori va a giocare lì, è come se giocasse con noi. Discorso analogo per Fabbian, si è infortunato Gaetano, altrimenti lo avrei convocato. Ma ci sono anche Gnonto e Casadei con l’Under 21».

Novità sul modulo? Proverà la difesa a 3?

Spalletti: «È una cosa fluida, liquida. Non è più una cosa rigida. C’è la possibilità di cambiare sistema nella partita in base all’azione. Questo 3-4-2-1 lo voglio andare a valutare, o anche il 3-4-3. Dipende dalle caratteristiche di chi gioca. Ci sono diverse squadre che giocano con la difesa a 3. Abbiamo la possibilità di fare prove e di essere più sorprendenti cambiando più cose. Diventiamo più forti e meno leggibili. C’è da mettere a posto quel sistema della difesa a 3 perché è ideale per non subire le ripartenze. A volte accade anche con la difesa a 4. C’è uno zoccolo duro nella zona centrale che ti fa subire meno le ripartenze se mantieni le posizione con due uomini larghi e due nei ‘mezzi spazi’. La prima punta deve fare i tagli. Proviamo questo schema».

Chiesa è il nostro Sinner?

«Per me è abbastanza chiaro, è un calciatore forte che ha qualità offensive. Salta l’uomo, sa fare gol, ha anche il carattere forte di essere convinto delle proprie qualità. Poi deve sapersi adattare, se nella squadra gioca un po’ più dentro e io lo faccio giocare più fuori. Sono i mezzi spazi, si chiamano così: non sei né seconda punta, né esterno, né centrocampista. È quella via di mezzo in cui sei un po’ tutto. Lui ha la capacità di passare in spazi che altri reputano muri invalicabili».

Bellanova può cambiare le gerarchie?

Spalletti: «Nessuno deve sentirsi blindato per la nostra Nazionale. È scontato e necessario che ci siano giocatori nuovi che vengano fuori e ci possano poi sorprendere. Noi dobbiamo essere aperti ad accoglierli a braccia aperte. Poi dobbiamo vedere se nel nostro contesto riesce a essere incisivo come nella sua squadra».

Dove può giocare Frattesi?

«Per corsa, intensità e qualità può attaccare tante volte la linea difensiva. Ha quella curiosità di andare sempre di là, ma deve pulire bene quello che gli passa tra i piedi. Se si impegna può fare meglio, ha qualità infinite».

Gli esterni:

«Di Lorenzo, Dimarco, Udogie, Cambiaso ti dimostrano che quando sviluppano l’azione offensiva non fanno più una corsa dritta. Ma fanno deviazioni, interne ed esterne. Questa è la nuova frontiera del calcio europeo. Questo adattamento a fare più ruoli. Se un compagno è già largo, allora io vado dentro. C’è una presa di posizione in base a quali spazi liberi ci sono».

Il lavoro invernale della Nazionale:

Spalletti: «Sono soddisfattissimo, devo farlo sempre di più, ora conosco anche meglio le strade verso i centri sportivi».

Su De Rossi:

«De Rossi è stato bravissimo, mi ha sorpreso moltissimo per le cose che ha fatto vedere. In alcuni momenti in panchina mi sembra Carletto Mazzone quando esprime questo suo essere ancora un po’ calciatore e la sapienza da allenatore. Ha fatto un lavoro eccezionale nel dare in poco tempo una nuova mentalità nonostante fosse stato fatto bene anche prima. Non è facile, è un lavoro ancora più profondo. Vedere Paredes che fa il centrale basso, vedere la difesa a tre e la difesa a quattro. I terzini a tutta fascia, sono tutte cose bellissime. A Daniele voglio molto bene. Gli auguro il meglio possibile e se avessi la possibilità di aiutarlo lo farei».

Il valore che dà a queste amichevoli:

Spalletti: «Di andare a rendere merito a 20 milioni di persone che ci aspettano laggiù e ci vogliono vedere. Dobbiamo tantissimo ai nostri connazionali che sono lì. Poi è un esame dal punto di vista tattico. Finora siamo stati coerenti perché avevamo poco tempo. Ora abbiamo la possibilità di allargare le nostre conoscenze, usando qualcosa di diverso, anche il sistema di gioco».

Cannavaro e Chiellini saranno i testimonial in Usa. Le farebbe piacere averli anche all’Europeo? 

«Se vengono ne stacchiamo un pezzo e li teniamo con noi. Magari li possiamo inserire in qualche nostro calciatore. Non escludo nulla. Da Buffon imparo continuamente così. Sono conoscenze che noi vogliamo continuare a portarci con noi. Anche di quelli che non sono citati».

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