Alla Gazzetta: «Al Milan lo dicevo sempre: guai a voi se non vi muovete! Spalletti vuole cambiare questa mentalità. Non è un mago ma è bravo»

Dopo l’errore dell’Italia nell’amichevole contro il Venezuela, è tornato in auge il dibattito sulla costruzione dal basso. La Gazzetta ha intervistato a questo proposito Arrigo Sacchi che dice la sua questa pratica.
Sacchi: «Nel calcio bisognerebbe saper fare tutto»
Favorevole o no alla costruzione dal basso? La risposta di Sacchi:
«Nel calcio bisognerebbe saper fare tutto. Se partire da dietro con l’azione può aiutare, allora va bene insistere. Se, invece, questo stile di gioco può creare problemi perché i ragazzi non sono abituati a praticarlo, allora è bene cambiare strada. Si tratta di valutare la situazione con saggezza e raziocinio, e sono certo che Spalletti sia l’allenatore giusto per farlo».
Quali doti sono necessarie per eseguire bene l’esercizio?
«Fondamentali sono le distanze tra gli uomini che palleggiano e i tempi delle giocate. Se sbagli il tempo, cioè se perdi l’attimo giusto del passaggio, rischi di perdere il controllo del pallone e gli avversari ti sorprendono».
Importante avere difensori con i piedi buoni, ma non solo:
«Sì, è corretto. Ma io penso che un ragazzo che arriva in Nazionale abbia le qualità tecniche per costruire l’azione dal basso. Non sono mica degli scarponi, gli azzurri. E poi, altra cosa da sottolineare, non è una questione che riguarda soltanto i difensori. Anche i centrocampisti devono smarcarsi per ricevere il passaggio e anche gli attaccanti devono muoversi per indirizzare la manovra».
Continua Sacchi:
«Questo è il vero problema. Se stai fermo, diventi un bersaglio per l’avversario. Ai miei giocatori, quando ero al Milan e in Nazionale, lo dicevo sempre: guai a voi se non vi muovete! Il calcio è uno sport collettivo, invece noi continuiamo a concepirlo come se fosse una disciplina individuale. Spalletti sta lavorando per cambiare questa mentalità, e non è un compito facile. Però lui ha dimostrato, vincendo uno scudetto con una squadra di semisconosciuti, di essere la persona giusta al posto giusto. Non è un mago, ma è bravo e sono sicuro che, da qui all’Europeo, riuscirà a trovare l’assetto migliore per la Nazionale. Purtroppo ha poco tempo e non ha a disposizione un blocco di giocatori provenienti da un solo club».