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PAGELLE – Juan Jesus e Meret tengono in vita il Napoli. La Penna su Acerbi come Ponzio Pilato

Juan Jesus è salvifico in difesa, trasforma l’offesa razzista in un’arma di vittoria. Anguissa vaga a casaccio. Di Lorenzo colleziona orrori

PAGELLE – Juan Jesus e Meret tengono in vita il Napoli. La Penna su Acerbi come Ponzio Pilato
Napoli's Brazilian defender #05 Juan Jesus celebrates after scoring a goal during the Serie A football match between Inter Milan and Napoli at San Siro stadium in Milan, on March 17, 2024. (Photo by Isabella BONOTTO / AFP)

Le pagelle di Inter-Napoli 1-1 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

MERET. Stasera, Ilaria, al Meazza c’era la simbolica e mesta cerimonia dell’addio al tricolore e il timore era quello di consegnarlo all’Inter perdendo ancora una volta. Invece il passaggio è avvenuto a testa alta, perdonami la retorica, e il merito è anche del giovane Meret, protagonista di ben quattro respinte decisive – 7

Decisive le respinte (alcune delle quali quasi miracolose) e anche lo spirito: mai un minuto di disattenzione o di appannamento. Ha il merito, insieme a Juan Jesus, non solo di tenere il Napoli in gara fino alla fine, ma di spingerlo verso un pareggio che, in barba alla mia idiosincrasia per i pareggi, quasi sa di trionfo – 8 

DI LORENZO. Un maleficio di oscura origine ha da tempo trasfigurato l’Eurocapitano in un bambolotto orrifico che dona a ripetizione palle agli avversari. Nei primi 13’ dai suoi orrori originano ben due occasioni degli antichi ambrosiani. Perdipiù stasera il Napoli è catastrofico nell’uscita e nell’impostazione e lui è il peggiore in assoluto – 4,5

La partita è iniziata da soli due minuti e Di Lorenzo già commette il primo errore passando palla a Mkhitaryan e costringendo Juan Jesus a metterci una pezza. Sbaglia di nuovo al 12′, spingendo l’Inter nuovamente in attacco e il Napoli viene salvato di nuovo da Juan Jesus e dal doppio miracolo di Meret. Ha solo un sussulto di vita: al 92′, quando d’incanto si riprende sul cross di Dumfries e protegge la rimessa laterale. In mezzo, come dici tu, decine di errori in fase di impostazione e tante marcature perse. Di Lorenzo ha decisamente bisogno di “uno bravo” – 4

RRAHMANI. Amir si arrangia come può e annaspa anche lui quando si tratta di valicare il pressing interista – 5

Non sbaglia nulla su Thuram, che prende anche in malo modo strattonandolo per convincersi ad alzarsi (l’ho amato). Francamente merita di più: non dimentichiamo che si trova di fronte il miglior attacco del campionato. Non demerita affatto – 6 

JUAN JESUS. Stasera a Giovannino Gesù va il voto più alto. Per la semplice ragione che il camerata Acerbi lo ha chiamato “negro” e lui l’ha denunciato all’arbitro che tuttavia non ha preso provvedimenti. Sul campo, ovviamente, il suo gol del pareggio pesa eccome e occorre dire che Giovannino stasera è salvifico tre volte: su Thuram, su Lautaro, su Barella. Fa una sola cappellata, che però rischia di essere letale, subito dopo aver segnato l’uno a uno – 7,5

Gli interventi decisivi in difesa sono uno più bello dell’altro, firma un gol importante e pesantissimo. Subisce il “negro” da parte di Acerbi e non fa una piega: parla con l’arbitro, che se ne frega altamente, ma piuttosto che ripiegare sulla depressione come sarebbe lecito, trasforma l’offesa in un’arma di vittoria. Il migliore in campo – 10

OLIVERA. E’ il difensore più avanzato che assiste al gol facile facile di Darmian. Timido nell’offesa, Mati l’uruguagio a volte dà la sensazione di smarrirsi, senza mai ritrovarsi – 5

Spesso in ritardo nella lettura del gioco, come su Darmian, non si propone quasi mai in fase di attacco – 5

MARIO RUI dal 74’. Almeno prova a fare qualche traversone – 6

Oltre ai cross, con cui tenta di cambiare gioco, sicuramente è più attento del compagno in fase difensiva – 6

ANGUISSA. Anche qui, altro mistero oscuro come per il capitano (e iniziato ben prima della fatidica Coppa d’Africa): Zambo è transitato dal suo ovunquismo marziano a un nichilismo strambo e indolente, che vaga a casaccio. Una partita orrenda, la sua – 4

Al 10′ va molle su Lautaro, che gli strappa palla in modo facile facile e costringe Juan Jesus a intervenire. Spesso confuso e opaco, sbaglia cose facili e si divora un gol gettando il pallone alle stelle. Nel finale torna in sé, ma è troppo tardi per dargli la suggicienza – 4,5

LOBOTKA. Il Caro Lobo deve sobbarcarsi un’altra partita di fatica e di supplenze varie. Difende, tenta di far girare la palla, ostruisce. Fino a quando può giocare per due, se non per tre? – 7

Gioca con intelligenza e sacrificio, provando a far girare palla. Ogni volta che i compagni sono in difficoltà, dal nulla compare lui, a strappare palle, recuperarle e inventare qualche forma di gioco utile – 6,5

TRAORE’. Tra un corsa e l’altra, non senza pause, l’ivoriano insegue una sua dimensione stabile e proficua e quando ci riesce, al 70’, Calzona detto il Terzo lo sostituisce. Epperò quei 70 minuti trascorsi a cercare un senso sono un lusso superfluo per questo Napoli convalescente – 5,5

Più gioca e più acquista coraggio. Si muove tanto, nonostante i falli con cui gli interisti tentano di fargli perdere il controllo. Prova a segnare ma non trova lo specchio della porta. Fa ammonire Barella, che non è poco. Anche se non ha brillato, sostituirlo con Cajuste è un’eresia – 5,5 

CAJUSTE  dal 70’. Le brevi apparizioni gli donano: il semibidonazo scandinavo non fa danni e indovina qualche giocata. In ogni caso, il suo ingresso posticipa la presentazione di Zielinski al pubblico interista – 6

Cajuste e i falli: ne commette un altro poco dopo essere entrato. Ci vuole un’abilità a ripetere sempre lo stesso copione – 6

POLITANO. Quando lì davanti Na-Politano è l’unico capace di combinare qualcosa di buono, vuol dire che siamo ancora una volta all’ultima spiaggia – 6

L’ostinazione sui cross, quando c’è in mezzo Raspadori, la trovo poco edificante, come il vanificare in modo imbarazzante la punizione concessa al Napoli all’87’. Certo, tra gli attaccanti non demerita – 6

NGONGE dal 91’. Il rapporto tra il Terzo e le sostituzioni è un altro enigma. Forse poteva entrare prima. O no? – senza voto

Senza voto

RASPADORI. Giacomino come un diligente Godot, in attesa di un assist che non arriva mai – 5,5

Si muove tanto ma a vuoto. Tocca pochissime palle, non è mai pericoloso. Come attenuante si può dire che viene massacrato da Acerbi, che su di lui commette 4 falli in 10 minuti e almeno uno dei 4 era da giallo. Ma l’arbitro, ieri, pareva il miglior amico di Acerbi: gli ha concesso persino il “negro” a Juan Jesus, figuriamoci il resto – 5

SIMEONE dal 74’. Addirittura regala una pelota all’Inter nel recupero. Mah – 5

Quella pala regalata gli costa il voto – 4

KVARATSKHELIA. Anche stasera lo riempiono di mazzate, lui comunque insiste ma è più fuffa che sostanza, ohibò – 5,5

Abituato all’intesa al millimetro con Mario Rui, è penalizzato dallo scarso sostegno che riceve da Olivera. Prende tanti calci, che l’arbitro fa finta di non vedere. Nel finale diventa ancora più evanescente – 5 

LINDSTROM dal 91’. Negli ultimi secondi ha una palla promettente da giocare ma s’incarta nel dribbling – 5

L’abilità che ha Lindstrom di gettare alle ortiche le possibilità che il destino incredibilmente gli regala sarebbe da studiare – senza voto

CALZONA. Il pareggio in casa dell’Inter va più che bene, epperò urgono interventi nella terra di mezzo: è lì che si forma il pantano che porta la difesa a subire a oltranza e gli attaccanti a non avere palle decenti – 6

Fabrizio, ho acceso la televisione convinta che l’Inter ci avrebbe dato almeno 5 palloni. Direi che il risultato è più che soddisfacente – 6

ARBITRO LA PENNA. Giudizio da completare o cambiare in attesa del suo referto sull’insulto di Acerbi. Però sul campo, di fronte alla denuncia di Giovannino Gesù, ha fatto come Pilato  – 4

Dodicesimo uomo interista in campo, gli mancava soltanto la casacca nerazzurra. Lascia andare una quantità infinita di falli con cui gli uomini di Inzaghi hanno tentato di azzoppare i nostri. Il comportamento di fronte al “negro” di Acerbi è vergognoso. Juan Jesus è un signore – 4 

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