Il presidente della Salernitana: «Salerno mi ha dato tanto, non avevo messo in conto di spiegare ai miei figli il perché delle minacce»

Danilo Iervolino, presidente della Salernitana, intervistato dal Corriere della Sera, a firma Monica Scozzafava.
«La piazza di Salerno mi ha dato emotivamente tanto. Sono stato per tre anni il presidente più amato. Non avevo messo in conto di vivere una stagione come questa, né di ritrovarmi a spiegare ai miei figli il perché delle minacce, le offese e degli attacchi social che ho subito negli ultimi mesi. Ho fatto anche io tanti errori: quattro allenatori in pochi mesi sono il frutto di scelte non lucide, per dare una risposta a una piazza che vede il presidente di calcio come il sacerdote di una setta: devi individuare il colpevole. Dovevo fidarmi del mio intuito, non essere condizionabile ed essere più presente».
Iervolino: «L’industria del calcio vive una tranquilla rassegnazione nel non muovere nulla, questo mi spaventa. C’è la necessità di cambiare, ed è un sentimento diffuso, però poi non si fa nulla. Basterebbe un tratto di penna: le regole. Rispetto a quanto incassi non puoi spendere un euro in più, come in Germania. Andrebbe rivista la contrattualistica di calciatori e agenti: dove sta scritto che un giocatore che è un dipendente ha solo diritti e non doveri? Sono strapagati e se le loro prestazioni non sono all’altezza, la colpa è sempre degli altri. Abbiamo miliardi di debiti in tutto il sistema, così il calcio muore».
Di De Laurentiis dice:
«De Laurentiis è un imprenditore con visioni moderne, il Napoli è l’esempiodel virtuosismo».
Sousa, Inzaghi, Liverani e adesso Colantuono, senza considerare l’esonero di Nicola la passata stagione. Non era evidentemente tutta colpa loro.
Iervolino: «A Nicola ho fatto un grande torto, inutile girarci attorno, è il mio cruccio. Sousa è il migliore tecnico che abbia mai incontrato, intelligentissimo. Ma quest’anno ambiva a qualcosa di più importante, ci siamo anche dati un momento per riflettere, lui parlò con il Napoli, poi è tornato ma non era abbastanza motivato. Inzaghi è un rimpianto, grande persona. Il calcio ha bisogno di figure come lui: potevo riprenderlo ma avrei fatto un altro errore. Liverani lo ha voluto Sabatini, ma non si sono innescati i meccanismi. Colantuono ama Salerno, è con noi da tempo».