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Petrachi: «De Laurentiis è un visionario ma deve permettere al ds di lavorare, deve delegare»

A Tv Play: «Mi piacerebbe ripartire da Napoli. Osimhen lì si è creato la sua comfort zone. Conte tornerà in Premier, in Italia c’è troppo salotto»

Petrachi: «De Laurentiis è un visionario ma deve permettere al ds di lavorare, deve delegare»
Roma 08/07/2019- presentazione nuovo allenatore A.S. Roma / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Gianluca Petrachi

Gianluca Petrachi, ex ds di Roma e Torino, è intervenuto ai microfoni di Tv Play nel programma condotto da Marco Giordano. Ha parlato anche di Napoli e De Laurentiis.

Petrachi e De Laurentiis

“La piazza di Napoli è importantissima. Quello che si è creato nelle ultime stagioni è stato straordinario: ha sempre viaggiato a ritmi altissimi sia in Italia che in Europa. Le motivazioni per andare in una società del genere sono altissime, mi piacerebbe ripartire da lì ma chiaramente non dipende dal sottoscritto, ma dalle intenzioni della società e dal presidente se vuole iniziare a delegare o scegliere accanto a sé delle figure che possono realmente lavorare. Credo che questo sia indispensabile, a prescindere da chi possa arrivare. De Laurentiis deve fare il presidente e al tempo stesso deve delegare e permettere al suo direttore di lavorare, funziona così anche in qualsiasi altra azienda. Io ho sempre pensato che Aurelio sia un visionario ed è stato il primo ad ammettere che quest’anno sono stati fatti degli errori”. 

Osimhen

“Il giocatore che arriva a certi livelli vuole anche capire che tipo di progetto la dirigenza vuole allestire alle sue spalle. È questo il caso di Osimhen che, al Napoli, si è creato la sua comfort zone perché è amato dai tifosi e dalla società. Io credo che i calciatori a volte vengano anche tenuti in virtù delle scelte fatte dalla società per il resto della rosa. Quando sono arrivato alla Roma era già quasi chiusa la cessione di Dzeko all’Inter e io provai a fargli capire che con me sarebbe stato un punto di riferimento per far crescere i giovani, tanto da avergli pareggiato l’offerta economica proposta dai nerazzurri. Alla fine rimase molto volentieri e fece un ottimo campionato quell’anno”.

“VORREI TORNARE IN PISTA, LA CATEGORIA NON IMPORTA” 

Petrachi: “Ho avuto dei corteggiamenti e delle chiacchierate con alcuni club, ma oltre a questo non c’è altro di troppo concreto. Questo, in ogni caso, è il periodo ideale in cui iniziare a programmare. Io mi auguro di legarmi ad un club perché io amo fare calcio. A me interessa relativamente la categoria, poi è innegabile che mi piacerebbe rientrare dalla porta principale. Ho vinto dei campionati a Pisa, ho portato delle plusvalenze a Torino e fatto bene a Roma: mi auguro che qualcuno si voglia affidare alle mie competenze. Serie B? Non mi interessa la categoria, io voglio fare calcio e avere la possibilità di lasciare una traccia di quello che ho fatto con il mio lavoro, non ho mai fatto catastrofi”.

CONTE TORNERÀ IN INGHILTERRA, È IL CAMPIONATO PIU’ ADATTO A LUI”

Petrachi: “Conte mi auguro che vada all’estero così non mi associano più lui. Scherzi a parte, io non posso spostarmi fuori dall’Italia per scelte personali, ho avuto varie offerte anche dall’Inghilterra ma non le ho mai prese in considerazione. Conte è una persona molto ambiziosa e prima di scegliere la sua prossima meta analizzerà ogni minimo dettaglio. Secondo me tornerà in Premier, è il campionato in cui si può esprimere totalmente perché in Italia c’è poco calcio e troppo salotto. Poi chiaramente l’Italia potrebbe essere la scelta prioritaria in caso di progetto importante, ma faccio fatica ora a vedere un club italiano che possa andare su Conte”.

“De Rossi ha le stimmate del grande allenatore”

“Io ho iniziato a seguire De Rossi quando era andato alla SPAL e già si intuiva che avesse la stoffa dell’allenatore. Nella sua esperienza da calciatore ha avuto due tecnici di riferimento come Spalletti e Conte che gli hanno dato dei dettami nuovi, a mio avviso. Lui è un ragazzo estremamente intelligente e credo che abbia preso molto da loro due, ma non solo. In questo avvio della sua carriera sta cercando di portare il suo credo calcistico e le sue idee, ma in prospettiva penso che abbia tutta l’umiltà necessaria per fare una grande carriera. Ci sono stati tanti calciatori che in campo dettavano calcio, ma una volta passati dall’altra sponda, ovvero quella dell’allenatore, non hanno avuto l’umiltà di calarsi nel nuovo ruolo. Negli ultimi giorni ho letto la sua intervista in cui ha rivelato di aver preso appunti da De Zerbi: questa è la sua forza. Ho parlato anche con Giacomazzi (il secondo di De Rossi) e anche a lui gli aveva detto che Daniele ha tutte le stimmate dell’allenatore che può arrivare. Ora non ha ancora una sua identità tattica precisa, ma un domani ci arriverà. Mi auguro che lui possa tenersi stretta la panchina della Roma, che è sempre abbastanza ambita, perché so cosa sa regalare la piazza giallorossa”.

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