Urge confronto pubblico sul ruolo di Lindstrom. Il giallo di Mario Rui ci apre alla speranza Ostigard. Simeone è diventato normale
Le pagelle di Napoli-Verona 2-1 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
GOLLINI. Romeo resta cornuto per un pelo, Ilaria, e il Napoli del Duce Aurelio (Eia Eia Delalà) festeggia la seconda vittoria consecutiva sul suolo patrio e amico. Roba extralusso in questi tempi grami e repubblichini, in cui il Presidentissimo imbavaglia la stampa e parla in piedi e a pancia in fuori per infuocati proclami finanche sulle caratteristiche tecniche di Lindstrom. Precisato questo, la partita del pipelet rapper principia nella ripresa con la deviazione di quel tiro del serbo servo di Giulietta. Gollorius ostenta pure un piglio da capomanipolo cazziando gli esterni che perdono palla. Eia Eia Delalà – 6,5
Sul gol non ha nessuna colpa, attento su Lazovic. Bello il momento del cazziatone: lo meritavano – 6,5
DI LORENZO. L’Eurocapitano sembra proprio lui per gran parte del primo tempo: offende e difende, come al 36’ con quel recupero prodigioso sul solito serbo fiondatosi innanzi. Poi però nel secondo tempo si stuta un poco alla volta. Eia Eia Delalà – 5,5
In ripresa rispetto alle ultime, ma al 10′ è colpevole di un tiro moscio dopo un bel recupero di palla di Kvara su cui Anguissa non aveva avuto il fegato di tirare. Inoltre ha rischiato un rigore – 5
RRAHMANI. Il ritorno all’Ancien Régime del fatidico quattro-tre-tre (o’ anema do’ priatorio) fa di nuovo traballare i Jalisse della difesa alias Amir e Giovannino Gesù: le palle che piovono dal cielo, manco fosse un bombardamento alleato (Eia Eia Delalà), sono un terno al lotto al punto che sulla ruota del Maradona esce persino la spalla goleadora di tale Coppola gialloblù. Eia Eia Delalà – 5,5
Un po’ in affanno contro un Verona che tutto sommato non crea preoccupazioni insormontabili. A parte Coppola, ma si sa: se c’è uno che in Serie A non ha mai segnato, il Napoli gli fa il regalino della vita – 5,5
JUAN JESUS. Il suo ennesimo e incomprensibile impiego da titolare smaschera la presa per il sedere propalata sabato dal Duce Aurelio. Ipse dixit: perso Dragusin risucchiato dalle ambizioni nella perfida Albione (Eia Eia Delalà), l’oculato Presidentissimo ha detto di aver rinunciato a Pérez perché tanto vale tenersi Ostigard. Bene. E allora perché gioca l’anziano Giovannino? Intendiamoci, Ilaria: Juan Jesus è soldato terragno e fa il suo, talvolta in modo efficace, quando la pelota è tra i piedi dell’avversario. I dolori, come detto prima, vengono dal cielo e Giovannino salta parecchio a vuoto, sui corner e sugli altri calci piazzati. In conferenza stampa, l’Orologiaio Matto ha dato la sua versione: il Norvegese Volante è bravo solo sulle palle alte, ergo gioca Juan Jesus che marca meglio palla a terra. Intanto domenica c’è il Milan e il Conte Olivier potrebbe rallegrarsi per le scelte di Mazzarri. Eia Eia Delalà – 5,5
Le scelte scellerate del presidente non possono ricadere su di lui. E’ attento in più di un’occasione, dà un esempio ai compagni in termini di applicazione e serve persino una bella palla a Simeone nella ripresa – 6,5
MARIO RUI. Come certifica l’amico Cicero, Marittiello non sa difendere se non facendo fallo. E poi, oggi a sinistra, c’è un solo Giocatore. Eia Eia Delalà – 5
Un fallo inutile dopo una partita in cui è apparso molle sulle gambe e troppo nervoso. Ma un giallo che forse ci farà vedere Ostigard contro il Milan. Forse. Magari porta bene! – 5
MAZZOCCHI dal 52’. Il gollonzo del carneade Coppola è anche colpa sua, ma l’autoctono Pasquale si riprende con merito quando ghermisce quella pelota che poi dà al Che Kvara per il liberatorio due a uno. Senza dimenticare che poco prima anche lui avrebbe potuto segnare. Eia Eia Delalà – 6,5
Per lui e Lindstrom è la partita del riscatto. Montipò gli nega un gol, rischia di far segnare Lindstrom, porta Kvara ad un grandissimo gol – 6,5
ANGUISSA. Il rientro alla base di Zambo dopo le fatiche africane ha un decisivo impatto volumetrico. Nel senso che gioca bene più con il fisico, sopendo e troncando, che coi piedi. Eia Eia Delalà – 6
Non tira al 10′, preferendo passarla a Di Lorenzo, vanifica per sufficienza un bel recupero di Politano al 22′. Non mi è piaciuto – 5,5
LOBOTKA. Il riflusso tattico dell’atavico modulo ridà un po’ di colore e fiato all’amato Lobo, che si sbizzarrisce pure come hombre vertical. Nella ripresa tende a confondersi nella massa ma è Robotka a servire Giovannino nell’area di Giulietta, che poi dà una pelota fantastica al Cholito. Eia Eia Delalà – 6
Dinamico e in perfetta sintonia con Kvara, ma commette anche diversi errori e cala nel finale – 6
DENDONCKER dall’85’. Io sono ingenuamente fiducioso su di lui però vorrei capire per quale motivo il Napoli lo ha preso, se poi è stato escluso dalla lista della Champions. Eia Eia Delalà – senza voto
Senza voto
CAJUSTE. Tranne un paio di giocate conferma la solita impressione: ancora una volta spaesato e superfluo. Zielinski con le stampelle forse farebbe meglio. Eia Eia Delalà – 4,5
Sarò tranchant, ma vorrei non vederlo più. Da quando è finita la partita mi domando perché lui sia in campo e Lindstrom (quello di oggi) o Ostigard no. Resta un mistero – 4
NGONGE dal 62’. L’ambo Ngonge-Lindstrom raddrizza la partita. E questo è. Benvenuto Ngonge. Eia Eia Delalà – 7
Che ingiustizia avergli tolto quel gol! – 7
POLITANO. Parecchia ammuina borbonica, fine a se stessa. Perdipiù quando i compagni lo cercano a memoria lui non si fa trovare. Eia Eia Delalà – 5
Si impegna, si sacrifica, ma non porta a niente di determinante – 5
LINDSTROM dal 62’. Il servizio vincente per il gol di Ngonge lo vede a sinistra, nella zona di competenza del Che Kvara, e prima di dare la pelota fa pure assettare per terra un gialloblù. Tutto molto bello. E allora: secondo la cartuscella mostrata dal Duce Aurelio è un esterno, secondo Mazzarri nel dopo-partita il ruolo di Lindstrom “non è definito”. Modesta proposta: premesso che i media non capiscono un cazzo e per questo non devono fare domande perché non si organizza un faccia a faccia modello Meloni-Schlein tra il Duce Aurelio e l’Orologiaio Matto magari moderato dall’Intelligenza Artificiale con le seguenti tracce: “Ostigard vale Pérez ma non Juan Jesus? Lindstrom dove deve giocare? Qual è il senso dell’esistenza a Napoli di Dendoncker?”. E lasciamo perdere il post-malarico Traorè. Eia Eia Delalà – 7
Entra lui e cambia la partita. Dio esiste, Fabrizio e Lindstrom pure – 8
SIMEONE. Come già in difesa, anche davanti il Napoli del Duce Aurelio dimostra di non essere una potenza aerea (Eia Eia Delalà). Di testa, il Cholito non ne prende una e coi piedi pugna con paterna garra, senza risultati. Un paio di occasioni ce l’ha, però. Una la respinge Montipò, l’altra fallisce perché il Che Kvara gli dà una pelota troppo larga e alta e in ritardo. Eia Eia Delalà – 5
Dal Simeone che entrava e si dimostrava infallibile al Simeone normal one. Come possono cambiare le cose nel giro di nemmeno un anno – 5
RASPADORI dall’85’. Eia Eia Delalà. Senza voto
Senza più parole e senza voto
KVARATSKHELIA. Predica calcio da vero profeta nel deserto del Maradona. Da subito, procurandosi un rigore netto non dato dal non vedente arbitro e del non vedente Var. Quindi un sinistro respinto da Montipò al 10’ e poi dopo aver caracollato da sinistra a destra serve una pelota d’oro a Zambo, che spreca. Da cineteca, ancora, il tiro al volo al 12’. A quel punto il Che Kvara si mette in proprio come ditta individuale e ci prova in tutti i modi, fino a quella parabola decisiva del due a uno, un po’ tiro a giro, un po’ no. Il georgiano è la Stella Rossa della Resistenza al ridimensionamento de facto voluto dal Duce Aurelio. Il Che Kvara è la vera opposizione alla senilità nociva del Presidentissimo. Godiamocelo finché è possibile. Eia Eia Delalà – 8
E’ tornato, dimostrando che non va mai sostituito, anzi, meriterebbe di rimanere in campo persino a partita conclusa. Inizia subito, al 5’, quando la mette per Lobotka che cerca Simeone ma l’argentino non riesce ad agganciarla. Poi il sinistro respinto di cui parli tu e, prima del tiro al 12′, anche un recupero meraviglioso a centrocampo che purtroppo arriva al pavido Anguissa. Il gol è meraviglioso: segna annusando la porta, non alza nemmeno la testa – 10
MAZZARRI. Voglio calarmi nella testa dell’Orologiaio Matto e adeguarmi al suo gergo da allenatore di provincia, quello per intenderci che ogni partita è una finale e a noi ora restano ben sedici finali. Quindi, ragionando come lui, il campionato vero è iniziato alla prima di ritorno e il Napoli ha già sette punti. Bene così, a parte ovviamente la sintonia con il Duce Aurelio sui predetti Ostigard e Lindstrom. Eia Eia Delalà – 7
Meraviglioso quando parla di Kvara spiegando che ormai gli avversari lo conoscono e lo fronteggiano e allo stesso tempo suggerisce alle altre squadre del campionato il nuovo ruolo e la nuova posizione che immagina per lui, in modo che tutte si preparino con le contromosse. A volte pare un asino in mezzo ai suoni, anzi, spesso. Lo salva il fatto che è talmente innocuo e bonaccione che con la sua aria sfatta e distrutta dopo ogni partita e le scocche arrossate fa simpatia – 6
ARBITRO PICCININI. Il Napoli vince nonostante lui. Eia Eia Delalà – 4