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Ngonge come si pronuncia? L’ho sentito in quattro modi diversi

Nella giornata delle rimonte c’è anche il Napoli. Kvara sale in cattedra, De Laurentiis si candida per le conferenze pre-partita

Ngonge come si pronuncia? L’ho sentito in quattro modi diversi
Dc Napoli 04/02/2024 - campionato di calcio serie A / Napoli-Hellas Verona / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: esultanza gol Cyril Ngonge

FALLI DA DIETRO – COMMENTI ALLA 23° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2023-24

Emozioni e rimonte.

Serie A pirotecnica.

Musica per chi ama il calcio.

Rimonta salentina a spese degli stilnovisti.

Sugli scudi Patrik Dorgu ventenne difensore di origini nigeriane nato a Copenhagen, gioiellino già nelle mire di grandi club.

Entra.

E appena può, si impossessa della palla e la mette sotto l’incrocio.

Ossigeno salvezza per i leccesi.

Porte Champions momentaneamente chiuse per i viola.

Rimonta Allo Stirpe.

I ciociari in vantaggio con Mazzitelli grazie a una papera di Maignan, il più bravo portiere al mondo. Da non credere.

Mancano venti minuti.

Ed è ribaltone.

Prima Gabbia poi Jovic appena entrato regalano la vittoria ai Diavoli in tenuta rosa. Non c’è più religione.

Rimonta al Dall’Ara per il derby d’Emilia.

Sarabanda di gol e ribaltamenti.

Vantaggio Sassuolo e pareggio felsineo.

Di nuovo vantaggio dei ceramisti.

Ma negli ultimi 20 minuti i cambi azzeccati di Thiago Motta rigenerano la squadra.

Pareggio e doppio vantaggio che rilancia i rossoblu in zona Champions.

Prologo show dell’Impomatato prima della gara col Verona.

Appare talmente eccitato dalla novità l’Imperatore di Capri, che non è esclusa una decisione sorprendente.

L’esonero di Mazzarri dalle conferenze pre-gara.

Se ne occuperà lui, e chi s’è visto s’è visto.

Al Maradona il Mazzarri confuso pensa bene che per conquistare Giulietta occorra essere meno timidi e più sfacciati.

Fondamentale vincere.

Per sperare ancora di essere ammessi nel club delle quattro candidate al posticino Champions.

Azzurri decisi a chiudere i conti subito, contro una squadra che ne ha appena ceduto quindici ed è rabberciata alla meglio.

Ma Montipò è in giornata di grazia.

E Baroni è uno che sa fare il suo mestiere con scrupolosità.

Rabberciata alla meglio.

Ma questa è una squadra quadrata e tosta.

Di fisico e di carattere.

Sarà difficile.

Anche per via del solito rigore negato e del solito Var spento.

Nella ripresa Napoli appannato.

Il che smentisce la sensazione affiorata da qualche domenica, di una condizione fisica in netto recupero.

Giulietta cresce.

Per venti minuti buoni svolazza e salta allegramente gli azzurri letteralmente sulle ginocchia.

Brividi sugli spalti. Si teme il peggio.

E puntualmente il peggio arriva.

Vantaggio scaligero su spallata di Coppola. Veronese di Bussolengo, dall’inequivocabile cognome meridionale.

Ed ecco la sorpresa.

Il Napoli ha un sussulto.

Il Napoli mostra un orgoglio ferito.

Il Napoli reagisce.

Reagisce proprio grazie ai subentrati.

Lindstrom è un lungagnone secco secco con gambe di bambù.

Poco impegnato finora.

L’Impomatato nel suo show alla stampa ne aveva descritto qualità e ruolo. Non trascurando di sottolinearne il costo. Imponendolo in pratica al tecnico.

E il tecnico confuso, magari di malavoglia, lo fa giocare.

Lindstrom entra, e si piazza in una posizione a lui gradita. Fra le linee.

Kvara si sposta al centro.

Ed è una mossa tattica interessante.

Si vede che ha intelligenza, il danese.

E alla prima occasione regala una perla al centro a Cyril Ngonge, appena acquistato proprio dal Verona.

È un rigore in movimento, come si dice.

E il ragazzo belga freddo e lucido realizza.

Ma quale Belgio poi, sentito come parla?

Questo è del Rione Traiano.

A proposito ditemi esattamente come si pronuncia Ngonge. L’ho sentito pronunciare in quattro modi diversi e non ho ancora capito qual è quello giusto.

Poi sale in cattedra Kvara.

È lui quello che fa la differenza.

Il vero leader tecnico.

Il trascinatore.

Prima serve oro colato al Cholito che stecca di brutto.

Allora, visto come stanno le cose, decide di fare tutto da solo.

Perché lui le partite le vince da solo.

È Eurogol.

E sorpasso.

È tornata la zona Mazzarri.

Quattro partite vinte, tutte con un 2-1.

Belle le immagini dei ragazzi felici di questa vittoria.

Belli gli abbracci.

A bordo campo c’è anche Edo, quel benedetto figliolo.

Ha voglia di festeggiare anche lui, deve festeggiare anche lui. Quel benedetto figliolo.

Stende la mano a Amir.

E Amir platealmente gliela nega.

Va a capire.

Nel mini torneo delle perdenti, per il posticino in Champions siamo in corsa.

Vale la pena tentare. Visto che è l’ultimo obbiettivo.

Che dite? Battiamo il Barcellona in crisi?

Magari. Ma quella consideriamola una parentesi.

Del mini-torneo per la Champions è la Dea la più in forma.

Gasp ha letteralmente rigenerato De Ketelaere che era, fino a ieri, un giocatore smarrito.

Sarà insopportabile, ma questo qui è tra i tecnici più preparati in circolazione.

Si decide lo scudetto a San Siro.

Fra guardie e ladri.

La partita ribadisce quello che già ampiamente si sapeva.

I Suninter sono i più forti e vinceranno il campionato.

Calhanoglu ricama trame e si conferma fra i più grandi registi in circolazione in Europa e quindi nel Mondo.

Non c’è storia.

Anche se basta solo un gol.

Acciughina attira il gioco nel primo tempo tutto nella propria metà campo.

E alla fine se la butta dentro da solo.

Chiave tattica Pavard.

Sulla destra gli scambi con Darmian mettono in crisi tutto lo schieramento di sinistra joventino.

Chi delude è Dusan.

L’uomo più atteso.

L’uomo probabilmente più in forma fra gli juventini.

Il campionato finisce qui.

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