Al Corriere della Sera: «Lasciai il cinema per il cognome. Dino Risi me lo disse proprio: “fatti chiamare Alessandra Zero”. E io dissi: “col caxxo”

Alessandra Mussolini intervistata dal Corriere della Sera, a firma Tommaso Labate.
«In Parlamento incontravo l’avvocato Agnelli, appena nominato senatore a vita, che con me era molto garbato. Il Movimento sociale mi mandò a sfidare Bassolino a Napoli e fu un successo incredibile. Io e Bassolino arrivammo al ballottaggio lasciando fuori la vecchia Dc».
Ne parla come di un alleato. In realtà lui divenne sindaco e lei venne sconfitta.
Alessandra Mussolini: «Adoravo Bassolino, avevamo molte cose in comune. Fosse stato possibile, avrei costruito una grande coalizione con lui in consiglio comunale. Mo’ si parla tanto di fluidità; politicamente ero fluida già all’epoca».
Perché non continuò con la carriera nel cinema?
«Perché non mi prendevano mai. Dopo ogni provino le risposte erano: troppo bella, troppo brutta, troppo alta, troppo magra, occhi troppo chiari. Il vero troppo forse era il cognome».
Insinua o ha le prove?
Alessandra Mussolini: «Dino Risi me lo disse in faccia. “Tu vuoi fare il cinema con quegli occhi che ricordano tuo nonno? Almeno cambiati il cognome!”».
Le diede qualche suggerimento?
«Zero».
Niente?
«No, no, mi suggerì di farmi chiamare Alessandra Zero».
E lei?
«Col ca…!».
Detto a Risi o solo pensato?
«Gielo dissi proprio».
E lui?
«Rispose “è una tua scelta”. Che poi, se pure mi fossi cambiata il cognome, non sarebbe cambiato nulla. Avrebbero detto “guarda ‘sta vigliacca, pure il nome si cambia”. Poi quando le cose non vanno e non funzionano, non ti puoi mica incaponire. Chiusi col cinema, mi iscrissi a Lettere, dove però c’erano sempre troppo casini e troppe manifestazioni, quindi a Medicina».