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Lotito ha tanti meriti ma non ha visione: appena vede la cima, arretra (Zazzaroni)

Ha consegnato a Sarri una rosa limitata ed è stato capace di trasformare il toscano in un risultatista

Lotito ha tanti meriti ma non ha visione: appena vede la cima, arretra (Zazzaroni)
As Roma 14/02/2024 - Champions League / Lazio-Bayern Monaco / foto Antonello Sammarco/Image Sport Nella foto: Claudio Lotito

Lotito ha tanti meriti ma non ha visione: appena vede la cima, arretra. È il pensiero di Ivan Zazzaroni direttore del Corriere dello Sport.

A Claudio Lotito sta riuscendo un’altra impresa in qualche modo storica: trasformare Maurizio Sarri, il profeta del bel gioco, del palleggio funzionale, della linea difensiva alta che – se aggredita – scappa all’indietro, in un risultatista tra i più cinici. In che modo? Il più semplice: gli ha consegnato una squadra numericamente e qualitativamente insufficiente per affrontare i tre impegni stagionali condannandolo all’emergenza strutturale.

L’estate scorsa, in piena campagna acquisti, Sarri aveva fornito delle indicazioni, un percorso che non è stato seguito. Per un po’ ha abbozzato, poi non ce l’ha più fatta.

L’allenatore che accetta tutto è destinato a rimediare brutte figure, spesso all’esonero, e in quel caso le responsabilità non prevedono condivisioni. Paga lui e basta.

Da quasi 20 anni al vertice della Lazio, Lotito ha tanti meriti, anche esclusivi, nella sopravvivenza e nella crescita della società: è un abilissimo amministratore, ha un grande senso pratico (e politico) ma proprio l’eccessiva praticità gli nega la visione, la vocazione all’affermazione definitiva: la sua Lazio non appena arriva a sfiorare la cima, e quindi le si presenta l’occasione di stabilirsi in alto e vincere, arretra più volutamente che naturalmente, per poi affrontare l’ennesima risalita.

L’ennesima lite tra Sarri e Lotito

Ieri il quotidiano romano Il Messaggero.

È scoppiata l’anima, oltre il fisico e il ritmo. Tanti sembrano aver mollato, a meno che non si tratti della vetrina Bayern Monaco. Il pericolo adesso è che i principali responsabili di questo crollo (i giocatori, soprattutto la “vecchia guardia” del secondo posto) possano approfittare ancora delle titubanze matrimoniali e delle accuse fra Sarri e Lotito per scrollarsi le proprie colpe di dosso. Fino a gennaio c’era l’alibi della campagna acquisti ritardata e mancante per fare il salto, oltre le promesse di rinnovo non rispettate (a proposito, la scorsa settimana contatto con Juliana, sorella-manager di Felipe Anderson) per giustificare certi blackout e spingere la contestazione verso l’alto.

Adesso c’è chi può aggrapparsi alle voci di quei tifosi, che chiedono la testa del tecnico, reo di cambi inopportuni (legati agli acciacchi), dichiarazioni fuori luogo (eppure i nuovi acquisti c, d, x e y sembrano gli unici non demotivati, tranne l’origami Kamada) e di uno spartito ossessivo e ripetitivo. Chissà se Mau è davvero venuto incontro troppo tardi alle esigenze di una squadra ormai portata allo sfinimento e diventata un ibrido. Un mix di impotenza, rabbia e rassegnazione porta tutti già adesso a pensare a un altro anno zero.

Attesa una rivoluzione a giugno, ma con chi, con quali prospettive economiche senza Sarri e la Champions? Queste incognite spaventano più di un eventuale fallimento.

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