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Gross: «Con De Zerbi mi sento a scuola calcio, ogni giorno imparo qualcosa»

Il tedesco del Brighton intervistato dalla Süddeutsche: «Ricopro anche 3-4 ruoli in una partita, vuol dire che mi ritiene affidabile»

Gross: «Con De Zerbi mi sento a scuola calcio, ogni giorno imparo qualcosa»
Brighton's Italian head coach Roberto De Zerbi reacts ahead of the English Premier League football match between Brighton and Hove Albion and Crystal Palace at the American Express Community Stadium in Brighton, southern England on March 15, 2023. (Photo by ADRIAN DENNIS / AFP) /

Pascal Gross, 32 anni, gioca da sei anni e mezzo col Brighton. Dopo essere stato a lungo ignorato per la Nazionale, ora è uno degli uomini su cui Nagelsmann punterà per il centrocampo agli Europei. La Süddeutsche lo ha intervistato e noi ne riportiamo un breve. estratto.

Il Brighton ha continuato a sfornare giocatori che sono stati poi venduti per un totale di quasi mezzo miliardo di euro – tra cui Alexis Mac Allister (Liverpool), Ben White, Leandro Trossard (entrambi dell’Arsenal), Yves Bissouma (Tottenham) e Moisés Caicedo, così come il portiere Robert Sánchez (entrambi del Chelsea). Dove sarebbe il Brighton ora se il club fosse riuscito a trattenere questi giocatori?

Gross: «Sicuramente avremmo potuto rappresentare un pericolo per i top club con i giocatori citati e il nostro attuale allenatore Roberto De Zerbi. Ma questo pensiero non mi assilla perché abbiamo ancora tanta qualità e abbiamo preso buoni nuovi giocatori. Sono anche consapevole che esiste una categoria di club sopra di noi e fa parte della nostra filosofia continuare a vendere giocatori a caro prezzo».

De Zerbi è attualmente uno degli allenatori più rispettati sul mercato ed è addirittura considerato un possibile successore di Pep Guardiola al Manchester City. Cosa lo caratterizza?

Non schiera i giocatori secondo le posizioni, ma sempre secondo le loro caratteristiche, adeguate all’avversario. È una questione di piccoli dettagli. Con lui mi sento come se fossi in una scuola calcio, imparo qualcosa di nuovo ogni giorno.

A volte ricopri tre o quattro ruoli diversi per partita. Ti va bene?

Gross: «Per me va bene, dipende soprattutto dalla partita e dal risultato. Penso di capire molto bene il suo sistema e di essere versatile. Vedo i cambiamenti come un segno di fiducia da parte dell’allenatore, vuol dire che mi ritiene affidabile in diverse zone del campo».

Quale posizione preferisci?

Mi sento più a mio agio a centrocampo, nella zona centrale. Il mio gioco è difficile da prevedere al centro perché posso servire i miei compagni sia a sinistra che a destra. Questo non è possibile giocando all’esterno. Ma nella partita di campionato vinta 2-1 contro il Brentford a dicembre, ho contribuito con un gol e un assist come terzino sinistro e talvolta sono arrivato in area di rigore più dei nostri attaccanti. In questo senso dipende dallo stile di gioco dell’avversario. A volte sei più efficace da una posizione arretrata perché i difensori ti tengono meno d’occhio.

Come è cambiato il tuo status all’interno della squadra?

Quando sono arrivato in Inghilterra, per me era solo una questione di calcio. Poi sono cresciuto sempre più dal punto di vista della leadership, non mi concentravo solo sulle mie prestazioni, ma cercavo anche di aiutare i miei compagni di squadra e la squadra.

Come si fa a farlo?

Modellando una sana volontà di lavorare e una mentalità insieme agli altri nostri calciatori più esperti. Non è un compito faticoso per me. Sono cresciuto con questi valori. Da noi nessuna formazione è regalata. Sembra ovvio, ma è molto insolito.

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