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De Laurentiis: «Faccio tutto io? Mio padre mi ha insegnato a curare e conoscere l’impresa»

«Appartengo al mondo del fare, non del far fare. Il De Laurentiis che gestirà il futuro sarà il De Laurentiis che ha gestito il Napoli per 19 anni»

De Laurentiis: «Faccio tutto io? Mio padre mi ha insegnato a curare e conoscere l’impresa»
Aurelio De Laurentiis (Salvatore Laporta / Kontrolab)

De Laurentiis: «Faccio tutto io? Mio padre mi ha insegnato a curare e conoscere l’impresa»

«Il De Laurentiis che gestirà il futuro sarà il De Laurentiis che ha gestito il Napoli per questi 19 anni. Ho avuto l’aiuto di Pierpaolo Marino, di Bigon. I giocatori più importanti li ho voluti io, li ho trattati io. Lo stesso Spalletti l’ho portato io. Penso di portare avanti il Napoli come ho fatto sempre. Se non ci fossi io, lo stadio del Napoli non si farebbe. Se non ci fossi io, il centro sportivo modello Manchester City non si farebbe».

«Voi dite De Laurentiis è un tuttologo, che il presidente è troppo presente. Faccio l’imprenditore, non il prenditore. L’imprenditore si interessa della propria impresa. Mio padre mi ha insegnato a conoscere tutti i costi di un film, ho svolto ogni ruolo nell’industria cinematografica. Interessandomi di tutti gli aspetti, anche del manifesto che avrebbe dovuto promuovere il film. E quando è uscito Vacanze di Natale dopo 40 e abbiamo battuto due film americani importantissimi. Per venti giorni ho lavorato per lanciare questa idea. Fa parte della mia cultura d’impresa. Lui interviene troppo? Io voglio capire se ci sono problemi per intervenire e trovare le soluzioni più corrette. Sin dall’inizio ho messo i famosi 37 milioni tutti emessi in assegni circolari».

Appartengo al mondo del fare, non del far fare anche se lascio spazio ai miei collaboratori. Non è una società spoglia, Meluso è una persona di tutto rispetto, Micheli trova tutti i giocatori».

«Stamattina ho visto titoli su Thiago Motta. Era nella lista di nostri eventuali allenatori da Napoli però Thiago Motta già in una conversazione di parecchie ore, sei ore, mi disse che lui puntava di allenare squadre fuori dall’Italia. Quando tu vai a fare la scelta di un allenatore, è una scelta bilaterale. Quando è venuto da me l’avvocato di Luis Enrique, siamo stati tre giorni a parlare poi lui ha preferito il Psg. Ci sono club più blasonati del Napoli, ad esempio il City».

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