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Velasco: «La Egonu faccia come Maradona, Messi, Totti» (Repubblica)

Il coach della Nazionale di pallavolo femminile: «Il problema è che alla Egonu si danno troppe responsabilità. Che sia così forte non significa che debba averne così tante»

Velasco: «La Egonu faccia come Maradona, Messi, Totti» (Repubblica)
Argentina's coach Julio Velasco looks on during the men's quarter-final volleyball match between Brazil and Argentina at Maracanazinho Stadium in Rio de Janeiro on August 17, 2016, during the Rio 2016 Olympic Games. (Photo by Eric FEFERBERG / AFP)

A 71 Julio Velasco è tornato alla guida della Nazionale di pallavolo femminile e tra quattro mesi spiegherà a Paola Egonu e compagne la mentalità con cui provare a vincere una medaglia a Parigi. Repubblica lo ha intervistato oggi

Ci pensa che potrebbe diventare il primo tecnico a portare l’Italia sul podio olimpico?

«Lo stimolo è evidente, l’obiettivo è quello. Avrei accettato anche una squadra meno competitiva, ma questa è una Nazionale davvero forte. Il traguardo di una medaglia è raggiungibile, ma anche molto difficile quando arriverà il momento decisivo dei quarti di finale: magari contro Cina, Serbia, Turchia, Stati Uniti. Nel volley non esistono più i cicli di una sola nazione»

Si è pensato che la sua nomina potesse coincidere col ritorno delle epurate di Mazzanti: De Gennaro, Bosetti, Chirichella, la stessa Egonu assente al preolimpico.

«Non ho avuto la stessa percezione. Credo che ogni allenatore abbia il diritto-dovere di scegliere quel che è meglio per la squadra. Chi sta fuori non sa tante cose. Io convocherò le giocatrici che possano servire per l’Olimpiade, come in passato non ho chiamato chi non aveva la predisposizione assoluta che chiedo. Mazzanti ha avuto un ciclo molto buono in Nazionale, ma poi i cicli finiscono. Nel ’96 non ho voluto rinnovare con gli azzurri, se fossi rimasto forse avrei avuto situazioni di difficile gestione: il ciclo era finito».

Velasco sulla Egonu

Le sue prime parole sono state interpretate così: Egonu titolare se starà alle regole del gruppo. Conferma?

«Quando io dico che non tutti i giocatori sono uguali non significa che ognuno fa come gli pare. Ma allo stesso tempo ribadisco che non siamo tutti uguali. Certe cose anche i più grandi giocatori devono farle insieme ai compagni, come hanno fatto Maradona, Messi, Totti».

Guardando certe statistiche, Egonu sembra la giocatrice più dotata al mondo.

«Ci sono anche Boskovic, Vargas, però sì, lei è una delle migliori, non c’è dubbio. Il problema è che a questa ragazza si danno troppe responsabilità. Che sia così forte non significa che debba averne così tante. Non puoi vincere tutte le partite da solo, andando su tutti i tipi di palloni continuamente: ci sono cose che vanno sistemate dal punto di vista tecnico e tattico».

Maurizia Cacciatori racconta che lei le diceva in continuazione di “essere come una cameriera” per la squadra: si può ripetere lo stesso messaggio anche al giorno d’oggi?

«Parlavo alla palleggiatrice che era lei. Quel concetto me lo spiegò un grande palleggiatore di Parma, il coreano Kim Ho-chul: diceva che se uno chiede whisky con ghiaccio, l’altro senza ghiaccio, l’altro gin tonic o caffè, non puoi dargli quel che ti pare. Così funziona per le palle in campo, chi la vuole più veloce, chi meno veloce».

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