Lazio-Napoli è uno spareggio per il quarto posto. I due allenatori si sono fatti largo con sistemi di gioco molto differenti

Sarri e Mazzarri, diversi nel gioco ma simili nel carattere tendente al burbero. Lo scrive la Gazzetta dello Sport.
Due tecnici agli antipodi. Ma in realtà, a guardarli bene, mica tanto diversi. Maurizio Sarri e Walter Mazzarri si sfideranno oggi all’Olimpico in quello che è a tutti gli effetti uno spareggio per il quarto posto. Partita quindi fondamentale per i destini di Lazio e Napoli, le loro squadre. Match che i due allenatori affronteranno con le rispettive filosofie di gioco, che sembrano opposte, ma in realtà non sono così lontane.
Simili nel modo affrontare la vita e ciò che circonda il calcio (sono entrambi toscanacci tendenti al burbero), Sarri e Mazzari si sono fatti largo con sistemi di gioco molto differenti. Il laziale (raggiungendo l’apice proprio a Napoli) è diventato uno dei profeti del calcio offensivo, il napoletano è stato sempre artefice di un gioco più pragmatico anche se ugualmente redditizio. Quest’anno, però, le differenze tra i due si sono molto assottigliate.
Cosa disse Sarri della Supercoppa in Arabia Saudita
La Lazio vince all’Olimpico contro il Lecce e si porta a pari punti con la Fiorentina, quarta a 33 punti. Una Lazio non brillante porta a casa i tre punti prima della Supercoppa italiana. Proprio la coppa da conquistare a Riyad è uno dei temi affrontati durante la conferenza post partita da Maurizio Sarri, allenatore della Lazio. L’ex allenatore di Napoli e Chelsea è fortemente contrario al nuovo format del mini torneo.
Le parole di Maurizio Sarri riportate da Tmw.
La Supercoppa in Arabia non altera il campionato?
«Istigazione a delinquere la tua, sai come la penso…sai che questo è tutto fuor che sport. Prendi soldi e scappa. Prendiamo tutto quello che si può prendere in maniera miope. Andiamo a elemosinare soldi in giro per il mondo. Con tutti i problemi che ci sono nei calendari, si fa una Supercoppa a quattro. Se il calcio moderno è in questo tipo di evoluzione, sono contento di essere vecchio. La Supercoppa è un trofeo che serve all’allenatore per dire che ha vinto qualcosa, non alla società per crescere. Mi piacerebbe vincere qualcosa che serva anche al club. Detto questo, facciamo 6 mila chilometri, quindi faremo il massimo».