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Marca elogia Davide Ancelotti: è il segreto del Madrid su calcio piazzato, in lui c’è un grande allenatore

“Nove degli ultimi 12 punti del Madrid in campionato sono merito di Davide Ancelotti che studia schemi e ha portato nove gol da calcio piazzato”

Marca elogia Davide Ancelotti: è il segreto del Madrid su calcio piazzato, in lui c’è un grande allenatore
Real Madrid's Italian coach Carlo Ancelotti (L) and Real Madrid's Italian assistant coach Davide Ancelotti look on before the start of the Spanish League football between Club Atletico de Madrid and Real Madrid CF at the Wanda Metropolitano stadium in Madrid on May 8, 2022. (Photo by GABRIEL BOUYS / AFP)

Marca elogia Davide Ancelotti: è lui il segreto dei gol del Real Madrid su calcio piazzato.

Il Real Madrid ha vinto l’ennesima partita in rimonta: a Las Palmas per 2-1 con gol di Tchouameni su calcio d’angolo all’84esimo. È l’ottavo gol stagionale del Madrid su corner. E Marca tesse l’elogio di Davide Ancelotti (33 anni). È lui – scrive il quotidiano spagnolo – il segreto del Madrid.

Ecco che cosa scrive Marca.

Nove degli ultimi 12 punti del Madrid in campionato non sono firmati da Bellingham o Vinicius, ma da Davide Ancelotti, capitano generale dell’aeronautica composta da Rüdiger, Tchouaméni e compagnia. Il secondo allenatore della squadra bianca sta estraendo petrolio dai calci piazzati, ha creato un libretto con cui sta schiacciando quasi tutte le squadre in La Liga. I nove gol su calcio piazzato (otto da calcio d’angolo!) parlano dello straordinario lavoro dello staff tecnico di Ancelotti, al quale dobbiamo anche dare il merito di essersi adattato ai nuovi tempi con uno staff spettacolare. L’impegno per suo figlio, nonostante quello che diranno, è giusto evidenziarlo. C’è un grande allenatore lì.

Davide Ancelotti e il papà, quell’abbraccio nella Napoli del bollito e del raccomandato

di Massimiliano Gallo per il Napolista il 4 ottobre 2023

È quell’abbraccio al triplice fischio finale, un abbraccio intenso e prolungato, che la dice lunga su quanto gli Ancelotti sentissero questa partita. Perché è vero, come ripete sempre Carlo, che quella separazione fu benefica per tutti. Per lui che andò all’Everton, disputò una buona stagione (dopo di lui l’Everton è franato nei bassifondi della classifica) e soprattutto poi andò a Madrid dove vinse – col figlio Davide ovviamente – la Liga e la Champions. Altro che bollito come a Napoli gli ripetevano un giorno sì e l’altro pure. La stessa Napoli che ha sempre dato del raccomandato al figlio Davide apprezzato a Parigi come a Londra e a Madrid, che invece a Napoli ha dovuto ingioiare un trattamento che è meglio non definire.

Quell’addio anticipato fu benefico anche per il Napoli. Non subito. Una volta superate le sabbie mobili Gattuso, il presidente ricordò di avere nel cassetto il business plan di Ancelotti, stavolta lo applicò (non aveva più niente da perdere), fece fuori i senatori e con Spalletti alla guida vinse lo scudetto. Oggi De Laurentiis si riempie di belle parole per Re Carlo ma allora non esitò a cacciarlo. Per Gattuso poi. Con la complicità di Giuntoli e Chiavelli: una delle pagine più buie del Calcio Napoli.

Quell’abbraccio finale tra padre e figlio racconta che nonostante le dichiarazioni, vincere qui aveva un significato particolare. In fondo è la città che aveva sentenziato la fine di un grande allenatore. Trattato come uno qualunque. Maltrattato. Lui che invece a Madrid sta gestendo Bellingham come nessuno altro farebbe. Chissà cosa resterebbe del povero Jude nelle mani di qualche tecnico contemporaneo tutto freccette e distintivo. Ci vuole un allenatore speciale per guidare il Di Stefano contemporaneo.

Gli Ancelotti questa vittoria se la meritavano in una città che come al solito trasforma i propri complessi di inferiorità in rabbia da vomitare su chi è più bravo ed è considerato inarrivabile.

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