ilNapolista

Roma, nemmeno Liedholm e Capello hanno ottenuto l’adulazione di cui gode Mourinho (The Athletic)

Ha riempito il vuoto lasciato dal culto della personalità di Totti. Curioso che i Friedkin non abbiano fretta di rinnovare, giocano col fuoco

Roma, nemmeno Liedholm e Capello hanno ottenuto l’adulazione di cui gode Mourinho (The Athletic)
AS Roma's Portuguese coach Jose Mourinho looks on ahead the UEFA Europa League Group semi final second leg football match between Bayer Leverkusen and AS Roma in Leverkusen, on May 18, 2023. (Photo by INA FASSBENDER / AFP)

The Athletic fa un viaggio all’interno della Roma di Mourinho. Il motivo del viaggio parte da una domanda molto semplice. L’Oracolo di Setubal può essere l’allenatore del futuro della Roma o è destinato a diventare un pezzo da museo. Per dirla con le parole del giornale di informazione sportiva: “è il futuro o una reliquia?“.

Dopo la sconfitta contro il Bologna in Serie A (una settimana dopo ha vinto 2-0 contro il Napoli all’Olimpico), ha detto a chiare lettere di voler rimanere a Roma. Nessuno sa con certezza se quelle parole fossero sincere o fossero semplicemente un tentativo di spostare l’attenzione dalla brutta sconfitta, e poco importa. Mourinho si è dichiarato pubblicamente, ha fatto la prima mossa ed è una notizia clamorosa considerando che non è mai rimasto in un club per più di tre anni. Adesso tocca ai Friedkin rispondere.

I dubbi però sulla conferma del portoghese sono tanti. A cominciare dal suo ingaggio, da quello dei giocatori e dai risultati fin qui conseguiti.

Che eredità è una squadra con un’età media di 29,3 anni (senza Smalling, Lukaku e Dybala) quando il Bologna, con il suo allenatore e una squadra più giovane (24,6), non solo ti batte ma minaccia di prendere il posto che tanto desideri in Champions League? Populismo a parte, a che serve promuovere i ragazzi se, come nel caso di Benjamin Tahirovic, Cristian Volpato e Filippo Missori, finiscono per essere sacrificati sul mercato per aiutare la società ad adeguarsi al Fair Play?

L’inizio della storia tra la Roma dei Friedkin e Mourinho

Quando lo Special One è arrivato a Roma, la dirigenza lo ha presentato prendendo in prestito l’immaginario del capolavoro cinematografico “Vacanze Romane”. Mourinho in sella alla Vespa con la sciarpa giallorossa e il simbolo della Roma sul parafango.

È arrivato con la promessa di portare trofei nella bacheca giallorossa. Così è stato, più o meno. Una Conference League e una finale di Europa League. Ma manca ancora la qualificazione alla Champions. The Athletic ricorda perché la Roma è un club diverso da tutti gli altri nonostante i pochi trofei:

La lealtà è uno di quei valori vecchia scuola che muore più duramente a Roma che altrove nel calcio. La Roma è il club di Francesco Totti, che ha rifiutato il Real Madrid e prospettive ben più grandi di vincere Champions e Pallone d’Oro per restare nella sua città natale. Più di chiunque altro, Mourinho ha riempito il vuoto lasciato dal culto della personalità di Totti dal suo ritiro nel 2017. È il luogo perfetto per lui: la Città Eterna, un tempo piegata al volere di generali ambiziosi che volevano diventare imperatori. Se lo Stadio Olimpico ha registrato il tutto esaurito per 36 partite di fila è stato solo in parte dovuto ad una strategia competitiva di vendita dei biglietti. Il resto lo ha fatto Mourinho.

Nemmeno gli ultimi allenatori vincitori del titolo della Roma, Nils Liedholm (1982-83) e Fabio Capello (2000-01), hanno ottenuto il tipo di adulazione di cui gode, che sconfina nell’idolatria. La sensazione tra i fan è che sono fortunati ad averlo; che senza di lui giocatori come Paulo Dybala e Romelu Lukaku non sarebbero mai arrivati alla Roma. E per la lega, Mourinho è la stella trascendente, l’unica personalità della divisione le cui parole e azioni fanno notizia in tutto il mondo“.

Mourinho una risorsa anche per la Lega Serie A

Insomma Mourinho è un fattore attrattivo di per sé. Un po’ come Zeman con una risonanza mediatica internazionale in più. Fa bene alla Roma nonostante il gioco e i risultati (da due anni la Roma in classifica arriva dietro alla Lazio). Giova ai media che hanno sempre qualcosa con cui riempire i propri spazi. Dà risalto anche alla Lega costretta a rispondere alle continue critiche e ai continui attacchi dell’Oracolo di Setubal. Per non parlare della classe arbitrale.

È curioso, quindi, che i proprietari americani della Roma, i Friedkin, non sembrino avere fretta di offrire a questo Imperatore un rinnovo contrattuale. Rimangono sei mesi al contratto di Mourinho, eppure i timori di un Newcastle United sostenuto dall’Arabia Saudita o addirittura delle vecchie fiamme del Chelsea che arrivano per lui non li spingono ad affrettare i tempi. Ma perché affrettarsi se Mourinho è sincero riguardo al suo desiderio di restare?

I Friedkin rischiano un crollo di popolarità senza eguali. Non rinnovare l’idolo dei tifosi significherebbe assumersi una responsabilità decisiva per le sorti del club. Rinnovarlo comporterebbe sostenere ancora costi non più sostenibili, sia in termini di ingaggi, sia in termini di acquisti di calciatori.

I Friedkin, “in tre anni e mezzo, hanno speso più di 800 milioni di euro per acquisire il club, iniettando denaro nel progetto e rimuovendo la Roma dalla Borsa. Lo hanno reso l’allenatore più pagato del campionato. La spesa per il mercato nella sua prima estate è stata di 113 milioni di euro netti in un momento in cui il calcio stava appena iniziando a emergere dagli anni della pandemia. La spesa salariale, secondo alcune stime, è la terza più grande della Serie A. Che ritorno hanno ottenuto i Friedkin per tutto questo?”

E la Roma ha bisogno di entrate. Negli ultimi quattro anni, continua The Athletic, il club ha perso 204 milioni di euro nel 2019-20, 185 milioni nel 2020-21, 219 milioni nel 2021-22 e circa 102 milioni di euro la scorsa stagione. I due sesti posti in campionato in due anni sono un bottino magro per la proprietà.

ilnapolista © riproduzione riservata