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Cahill: «Sinner mai visto gioioso come in Davis. A volte guida troppo veloce» (Corsera)

Il coach australiano: «non c’è bisogno di motivarlo: dopo una sconfitta è sempre il primo a chiedere di tornare in campo a lavorare»

Cahill: «Sinner mai visto gioioso come in Davis. A volte guida troppo veloce» (Corsera)
Malaga (Spagna) 26/11/2023 - finale Coppa Davis / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY

Cahill: «Sinner mai visto gioioso come in Davis. A volte guida troppo veloce». Il Corriere della Sera intervista Darren Cahill il coach austrliano che ha affiancato Simone Vagnozzi nella cura del tennista azzurro.

«Lo sci di questi giorni in Alto Adige, con moderazione, fa parte integrante del benessere del ragazzo. Ripartire fresco sarà determinante»

Qual è stata la partita della svolta, quest’anno, Darren?

Cahill: «Dal mio punto di vista, una che non direste mai: la vittoria su Tsitsipas al secondo turno di Rotterdam. Ci aveva perso due anni di fila all’Australian Open e a Roma nel 2022. Lì Jannik ha imparato ad essere un tennista più intelligente, da quel momento è decollata la stagione: semi a Indian Wells, finale a Miami. Il break mentale ce l’ha avuto a Toronto, dove non ha sconfitto top players ma ha saputo diventare favorito strada facendo, assorbendo una pressione crescente. A Pechino con Medvedev, mai battuto prima, ha fatto un altro passo avanti: è uscito dalla comfort zone, non dimentichiamo che ci aveva perso 6 volte di fila… Quello è stato il suo capolavoro, più di Djokovic a Torino e Malaga. Con Medvedev è una partita a scacchi, devi diventare acqua e adattarti al russo. Senza quella consapevolezza, non sarebbero arrivati i successi sul numero uno del mondo».

«Non c’è mai bisogno di motivare Sinner»

«La cosa bella con Jannik è che non c’è bisogno di motivarlo: dopo una sconfitta è sempre il primo a chiedere di tornare in campo a lavorare».

Ma qualche sciocchezza da 22enne la dice? La fa?

«Come tutti! Gli piace guidare le auto, a volte troppo veloce. Scherza, non vuole perdere nemmeno a burraco. Non l’ho mai visto gioioso come in Davis. Ricordate quando si è messo a ridere con Sonego dopo aver preso una pallata in testa nel doppio? Ecco, quello è il vero Jannik».

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