Il guaritore Spalletti pensa da architetto e amministra da geometra (Corsport)
Barbano: le sue ambizioni stanno in un cassetto, perché non è il tempo della fantasia. È tutto un cantiere, ma inizia a vedersi un ordine tattico e mentale

Milano 12/09/2023 - qualificazioni Euro 2024 / Italia-Ucraina / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti
Il guaritore Spalletti pensa da architetto e amministra da geometra. Lo scrive Alessandro Barbano condirettore del Corriere dello Sport nel commento a Italia-Nord Macedonia 5-2.
Non sarà forse questa la squadra che a Leverkusen dovrà strappare almeno un punto all’Ucraina. Perché ancora un’Italia con una sua fisionomia definita e con una leadership riconosciuta non c’è. È tutto un cantiere, ma nella sua incompiutezza inizia a vedersi un ordine tattico e mentale. Il guaritore Spalletti pensa da architetto e amministra da geometra. Le sue ambizioni stanno in un cassetto, perché non è il tempo della fantasia. Che pure verrà. Ci sono molti nodi da sciogliere. Mancini è caduto nella transizione tra la generazione dei campioni di Wembley e quella senza forma né smalto degli eredi, che invano ha tentato di costruire in due anni di fughe in avanti e ritirate poco strategiche. Il nuovo ct avanza con maggior cautela. Mescola vecchio e nuovo, esperienza e gambe fresche, con la ponderazione di chi sa che un’altra esclusione non sarebbe sostenibile per l’intero sistema calcistico nazionale.
SPALLETTI SULLA VIA DELL’ALLEGRISMO (ZAZZARONI)
Spalletti graditissimo ospite della filosofia Allegri: «vincere non importa come». Lo scrive Ivan Zazzaroni direttore del Corriere dello Sport.
Faccio pace col mondo soltanto se ricordo le parole della vigilia quando abbiamo dato il benvenuto a casa Allegri (anche) a Luciano Spalletti. Ospite inatteso, ma graditissimo. «Vincere, non importa come», aveva detto. Spalletti, capite?
Luciano non è stato il solo a entrare nella casa del Grande Fratello juventino.
A casa Allegri si fa con quel che si ha: quando il materiale tecnico non è il massimo, ci si arrangia, si va poco per il sottile. Quindi, bravo Luciano, ora totalmente ct.
Peccato non sapere che “vincere non importa come” è l’inizio della storia del calcio. Da Viani, da Frossi, da Rocco è disceso altro verbo, finché non è apparso Manlio Scopigno a mescolare le carte e a preparare un futuro per Sacchi. E per Spalletti. Eppoi, volgare il calcio? Quando mai.
È volgare provare a vincere la partita dando tutto sé stessi senza badare troppo allo spettacolo? Perché, l’ultimo Europeo come l’abbiamo vinto? Mostrando il più bel gioco del Continente? Direi proprio di no.
La volgarità è altro, è raccontare le favole, è non considerare l’effettivo valore dei giocatori e giudicare a capocchia, è celebrare un’estetica che appartiene ai piedi e alla testa dei campioni, quelli realmente capaci di trasferire sul campo le idee dei loro allenatori. Oggi è volgare forse perché per gli esteti non è politicamente corretto portare a casa punti “sporchi”. E tutto finisce in fastidiosa Allegria.