ilNapolista

Coppa Davis, Musetti dura un set e qualcosa e poi sparisce. Serbia-Italia 1-0

Si fa anche male e perde 6-2 6-1 dopo aver vinto al tie-break il primo set. Sinner deve battere Djokovic per tenerci in vita

Coppa Davis, Musetti dura un set e qualcosa e poi sparisce. Serbia-Italia 1-0
Italyís Lorenzo Musetti serves during the men's single semi-final tennis of the Davis Cup tennis tournament match between Italy and Canada at the Martin Carpena sportshall, in Malaga on November 26, 2022. (Photo by Thomas COEX / AFP)

Coppa Davis, Musetti dura un set e qualcosa, poi sparisce. La Serbia va 1-0.

È finito male il primo singolare tra Italia e Serbia. Kecmanovic ha battuto Musetti in tre set in rimonta, dopo aver perso il primo set per 7-6. Verso la fine, nel terzo set, Musetti ha cominciato a toccarsi il flessore della coscia sinistra, anche se a Sky Sport dicono che il problema è cominciato alla metà del secondo set cioè quando l’italiano è sparito dal campo. Fatto sta che dal 2-2 del secondo, Musetti non ha più vinto un game. Già era stato bravo a recuperare nel primo set in cui era sotto 5-3 e ha vinto al tie-break.

Sul 4-0 del terzo set, Musetti ha chiamato il medico. È finita 6-7 6-2 6-1.

Kecmanovic ha comunque giocato molto bene, un livello medio alto e costante. Per stargli davanti Musetti ha dovuto giocare il suo miglior tennis ma non puoi sempre trovare angoli in maniera sorprendente.

Volandri ha preferito Musetti ad Arnaldi che aveva giocato e perso il primo singolare contro l’Olanda.

Adesso toccherà a Sinner: dovrà battere Djokovic per tenere l’Italia in corsa.

CAHILL PARLA DI SINNER

Cahill su Sinner: «si è tanto parlato di biscotto ma i grandi giocatori vanno in campo sempre per vincere»

Oggi è di nuovo Sinner-Djokovic, stavolta per la semifinale di Coppa Davis dopo aver giocato due volte alle Atp Finals. La Gazzetta, a firma Federica Cocchi, intervista Darren Cahill che allena Sinner in coppia con Vagnozzi.

«Penso che giocare con il più grande giocatore della storia tre volte di fila sia un privilegio, Jan può solo imparare da queste esperienze. Si è parlato molto del possibile “biscotto” che avrebbe potuto fare contro Rune per togliersi di torno Novak, ma la nostra sfida quest’anno era accettare… ogni sfida. Vincere o perdere non importa. Farà di tutto per vincere con Nole, come ha fatto di tutto per battere Rune a Torino perché i grandi giocatori fanno così: entrano in campo per vincere e anche lui, quando ha di fronte un rivale, tira fuori quella piccola tigre che ha dentro di sé».

Il vostro team è molto unito, Jannik lo paragona spesso a una famiglia e dice che anche per questo è cresciuto tanto.
«Noi diciamo spesso “diventi ciò di cui ti circondi”, ovvero è importante scegliere con cura le persone con cui lavori. Jannik lo ha fatto. Ha costruito un gruppo tutto italiano di cui si fida totalmente. Parlano italiano, mangiano italiano, l’Italia scorre nelle loro vene e il fatto che abbiano accolto questo strano tizio australiano lo vivo come un privilegio».

A proposito di doppio, non sapevamo che il suo allievo avesse doti anche in coppia.
«Visto? Fa tutto parte del processo. Tra le cose fondamentali per battere i più grandi ci sono i punti finali. Se solo il servizio o gli scambi non funzionano, allora servono transizioni a rete, lo slice, tante soluzioni e una sempre maggiore costanza di rendimento a livello fisico».

ilnapolista © riproduzione riservata