Di Canio: «Siete dei coglioni! Per scommettere sul calcio devi essere stupido»

A Sky Calcio Club: «Devi essere vuoto, cioè proprio stupidità. I dirigenti sono pronti a giustificare, anche loro sono diventati dei personaggi»

Tonali Di Canio

Db Cluj (Romania) 22/06/2023 - Euro 2023 / Francia-Italia U21 / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Sandro Tonali

Paolo Di Canio su Sky Calcio Club non le manda a dire. Discutendo attorno al tavolo di Sky sulla questione scommesse, ludopatia e calcio, l’ex giocatore di Lazio e Juventus va duro su chi scommette. Interpellato da Fabio Tavelli, Di Canio prima chiede la telecamera e poi si sfoga:

«Siete dei coglioni! Lo dico da fratello maggiore anzi, da papà visto che alcuni sono più giovani delle mie figlie. Ci sono tre miliardi di cose che uno può fare: cani, gatti o criceti su cui scommettere. Non è un invito, anche perché sarebbe più opportuno dire paternalisticamente ‘non scommettete… entrate in un giro…’ Ma scommettere sul calcio? Devi essere vuoto, cioè proprio stupidità. Devi essere stupido, ripeto, perché poi si incomincia con un vizio in una certa maniera con leggerezza, perché è la prima volta che scommetti, è la prima volta».

Continua l’opinionista di Sky:

«Ti avvicini a questo mondo, poi con piani diversi come stavamo dicendo. Qui non stiamo parlando di illeciti, diciamolo perché le persone pensano che abbiano manipolato, no. Meno male e per fortuna non hanno fatto quello, ma è comunque una cosa importante da dire. Perché poi uno come Fagioli è arrivato ad una certa dimensione, vedremo, ma da quello che esce ci sono anche delle problematiche, delle minacce. Qualcosa di diverso ad esempio da quanto accaduto a Tonali che mi pare sia comunque in controllo. Dunque, ci sono dei piani diversi anche per la ludopatia, di cui si deve parlare, perché poi entri in depressione e proprio per questo ti perdi il tuo mondo».

Poi racconta un aneddoto di quando era alla Juventus. Il richiamo del presidente Boniperti per aver fatto tardi una sera ed essere rientrato a casa alle 22:30.

«Non è voler fare il vecchio trombone e i tempi sono cambiati, ma oggi il dirigente è pronto a giustificare il calciatore che sbaglia, definendolo poverino. Tutto perché sono cambiati anche loro, sono diventati loro stessi dei personaggi, sono molto distratti, hanno molte più relazioni e non stanno più dietro una scrivania, dentro uno studio. Va bene tutto. Però poi non bisogna giustificare. Non si deve giustificare».

 

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