Victor e Kvara come Diego e Careca ai tempi di Bigon. Natan si è tolto i paccheri dalla faccia. Anguissa è tornato ovunquista
Le pagelle di Lecce-Napoli 0-4 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
MERET. La decisione dell’occhiutissimo Pairetto lo “assolve” dal paperone sulla cabeza dell’effimero gol giallorosso. Facciamo finta di non vederla, Ilaria. Il compromesso tra la squadra e il Violinista pentito – se vuoi l’autogestione, per semplificare le parole del Che Kvara di mercoledì scorso – ha prodotto altre quattro pappine ai danni altrui e per noi va bene così – 6
Costringerci a dire grazie a Pairetto non è mai una cosa buona – 5,5
DI LORENZO. L’Eurocapitano deve sobbarcarsi finanche la fatica del vaporoso Lindstrom, almeno fino a quando il peso piuma danese resta in campo. Per questo talvolta, là dietro, va insolitamente in confusione – 6
La sufficienza è sempre un voto risicato per uno come il capitano. Qualche distrazione di troppo e almeno una brutta sbavatura che proprio non gli si addice – 6
OSTIGARD. La prima “O” letale, di testa, è la sua (con Osimhen che applaude in panca). Il norvegese tornato volante guida la difesa per la terza volta da titolare e si registra un solo gol incassato (peraltro quello fantastico di Samardzic). Il bilancio è più che positivo – 6,5
Ricordi quello che diceva sempre Spalletti su quanto era bravo di testa Ostigard? Relegato in panchina per partite e partite finalmente si sta prendendo una rivincita. Il gol vale doppio: per essere sembrato, per mesi, uno scarto, perché di ruolo è difensore e per come si eleva e modella il corpo per l’incornata – 7
NATAN. Al 10’ è protagonista di un lungo e paziente palleggio in fase di uscita e se la cava bene. Meno quando prova a lanciare. In ogni caso, Ilaria, ho la sensazione che non abbia ancora il quid giusto nei momenti topici, come quando Pongracic stoppa e tira al 30’, l’unica occasione davvero perigliosa del Lecce. Insomma, mi pare ordinato ma acerbo in senso scolastico. Speriamo nel valore aggiunto, se c’è, nelle prossime partite – 6
A me invece è piaciuto molto. Attento nelle coperture e placido nella costruzione da dietro. Ha mostrato personalità e spirito di adattamento. Dopo quintali di “chissà se debutterà mai” e “l’oggetto sconosciuto di nome Natan”, si è tolto un bel po’ di paccheri da faccia – 7
OLIVERA. Coprire, coprire, coprire, anche se buca l’assist leccese nella citata occasione di Pongracic. Avanti manzonianamente con juicio. Anche perché il Che Kvara per un’ora fa pure le veci del Mati uruguagio – 6
Ha davanti uno veloce come Almqvist e forse va un po’ in difficoltà, ma sul finale, come tutti, probabilmente rinfrancato dall’ingresso di Osimhen, cresce – 6
ANGUISSA. E’ lo straboccante leader ovunquista del triumvirato azzurro che governa la terra di mezzo. E gli si perdona di tutto cuore qualche sciatteria nel finale – 7,5
Forse andava sostituito un po’ prima: nel secondo tempo era visibilmente affaticato – 6,5
LOBOTKA. Robotka avvolge con un’aura magica, Ilaria, perfino l’arte oscura e gregaria dell’interdizione. Il Grande Architetto dell’universo azzurro si conferma protagonista della restaurazione autogestionista – 7
Anche lui cala leggermente nella ripresa ma è un piacere vederlo riappropriarsi dei suoi spazi e degli strappi di palla agli avversari – 7
CAJUSTE dal 75’. Un po’ di movimento e di palleggio per contribuire all’amministrazione del risultato – 6
E il solito fallo ingenuo e inutile: pare un vizio – senza voto
ZIELINSKI. Con il danesino troppo leggero, il Senatore Piotr volteggia sovente anche a destra. Ed è suo il servizio vincente, su calcio piazzato (finalmente), per la cabeza vichinga – 7
Sembra aver finalmente acquistato continuità, ma trattandosi di Piotr meglio andarci cauti. La lettura del gioco, però, è da elogiare, come l’assist per Ostigard, come giustamente sottolinei – 7
GAETANO dall’82’. Lo ha già dimostrato in passato e lo conferma oggi: sa essere decisivo anche in una manciata di minuti. Un gran gol e poi il rigore lucrato nel recupero – 7
Minutaggio minimo e massimo risultato. E il gol è stato veramente bello – 7
LINDSTROM. Come già scritto qua e là, non è mai stato incisivo – 5
Leggero e impreciso, inceppa in più di un’occasione l’ingranaggio del Napoli che sembra tornato a fare il suo dovere – 5
POLITANO dal 58’. La destra torna all’antico ma non sa approfittare delle sbandate giallorosse in difesa. Indi il magnanimo Victor Victoria gli dona un rigore e lui segna – 6,5
Non riuscirò mai a vincere il tremore che mi coglie ogni volta che un arbitro ci concede un rigore. C’è da dire che l’ha tirato in modo esemplare. Ci aggiungo un paio di giocate in velocità che hanno contribuito a metterlo in mostra – 7
SIMEONE. Il Cholito ritrovato comincia troppo alto e spalle alla porta. A poco a poco guadagna metri e al 40’ manca per un’anticchia lo zero a due, all’acme di una magnifica azione condotta da Zambo – 6
A tratti sembra un po’ balbettante. L’ammonizione forse lo penalizza – 6
OSIMHEN dal 45’. L’intesa tra Maschera Nera e il Che Kvara, consacrata dallo zero a due, rievoca la potenza di Maradona e Careca ai tempi del secondo tricolore griffato da Albertino Bigon. E ho detto tutto, Ilaria, richiamandomi a un paragone fatto inizialmente da Max Gallo. Altra cosa, poi, è il provincialismo plebeista ostentato dall’Imperatore Aurelio con la vicenda Tik Tok, ma lasciamo perdere – 8
Peggio del video su Tik Tok sono state le scuse risicate. Detto questo, Osimhen ci mette sei minuti a dimostrare il suo strapotere. Festeggia, non festeggia (il web già è pieno di illazioni sull’esultanza sobria), ma chi se ne frega, Fabrizio. Bella invece, e molto, l’esultanza al gol di Ostigard – 8
KVARATSKHELIA. Il Che è fondamentale, Ilaria. Fon-da-men-ta-le. E’ lui che si procura la punizione poi battuta da Zielinski per Ostigard. Ed è lui che ricama quella pelota per il gol di Victor Victoria. In piedi, ancora una volta – 7,5
Si fa tutta la fascia, salta due volte lo stesso difensore e serve una palla che Osimhen deve solo spingere delicatamente in rete. Una meraviglia di giocatore – 8
RASPADORI dal 58’. In questo Napoli tornato alla sua essenza primigenia, prima o poi il vento cambierà anche per Giacomino – 6
Firma l’assist per Gaetano, spero che presto torni a firmare un gol – 6
GARCIA. Alla settima giornata, e dopo il mercoledì della rinascita, questo Napoli è perfetto per definire la differenza tra il velleitarismo rivoluzionario e la gestione ordinaria del potere. Il primo è simboleggiato dalla solitaria e disastrosa dittatura del franco Rudi che va dalla Lazio al Bologna. La seconda, invece, statuisce il suo razionale pentimento già compensato da otto gol in due partite. Se poi, il Violinista, vuole contribuire con un cauto riformismo all’autogestione del potere da parte della squadra lo faccia appunto in maniera graduale: i cambiamenti che integrano e non invece disintegrano l’esistente sono i benvenuti da queste parti. E non si dimentichi di Elmas, anche perché da più affidamento di Cajuste – 7
A prescindere dall’autogestione, fa effetto notare la serenità nella gestione dei suoi uomini. Forse tra mister e squadra ha iniziato ad instaurarsi un minimo di fiducia e mi fa piacere, sia per lui che per il Napoli – 7
ARBITRO PAIRETTO. Ha l’abilità stratosferica di ostacolare sovente la traiettoria di tiri e passaggi azzurri. Indi s’inventa un giallo per il Cholito e non fischia un fallo evidente su Osimhen ripartente. Epperò è bravo ad annullare subito il gol del Lecce – 4,5